Sicilia, terra di continui e tragici sbarchi di esseri umani , tra cui giovani vite, alla ricerca disperata di una vita migliore.
Non a caso Agrigento è stato il luogo designato dalle 62 comunità di accoglienza per minori, dislocate su tutto il territorio nazionale, per suggellare a livello giuridico la nascita del ‘Coordinamento Italiano Comunità di Accoglienza Minori ‘.
Viviamo in un momento storico devastante, in cui il welfare è stato preso di mira dalla “spending review”.
Questi tagli si ripercuotono sulle comunità di accoglienza che quotidianamente sono impegnate al fianco delle forze dell’ordine e dei servizi sociali a garantire il bene di tutti i minori anche di quelli che appartengono alla categoria più svantaggiata ed oppressa: i minori stranieri non accompagnati.
Il Coordinamento nasce non solo per condividere difficoltà ed esigenze di ordine pratico ma soprattutto per creare una “politica di rappresentanza” idonea ad interagire con le istituzioni tutte.
Il C.I.C.A.M. si prefigge di dare un contributo considerevole a chiarire e spesso colmare i vuoti normativi che caratterizza la gestione dei minori e il suo statuto è aperto a tutte e le cooperative che abbiano dei progetti educativi di qualità.
Il Coordinamento denuncia il problema persistente relativo alle competenze delle prese in carico dei Minori che ad oggi risulta essere solo a carico delle Comunità. L’ambizione del C.I.C.A.M. è di “costruire” un modello unico vicino alle esigenze delle Imprese Sociali che operano nel settore specifico dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati per salvaguardare l’interesse superiore dei minori, così come sancito dalla Convenzione dei diritti del fanciullo.
Chiediamo il “cambiamento” e la rivisitazione dei meccanismi, che troppo spesso sono finiti con l’assumere dimensioni e ruoli troppo distanti dalla realtà e dalle esigenze delle piccole imprese sociali causandone ingiustamente dissesti e conseguenti chiusure.
“Costruire la nuova casa delle Comunità di accoglienza Minori”, nella quale le fondamenta e le “strutture portanti” siano rappresentate dalla partecipazione attiva delle stesse, amalgamandosi nella piena condivisione dei principi della cooperazione, ponendosi prioritariamente l’obiettivo di “combattere” gli evidenti tentativi di alcuni, di avvicinarsi a questo “mondo” con “spirito diverso”, che nulla ha che vedere con i principi alla base del movimento quali la professionalità, la solidarietà, e l’ambizione nella realizzazione di un “mondo più giusto e più equo”.
Pochi giorni fa un motivatissimo gruppo di persone che gestisce delle imprese sociali che da tempo adoperano nei servizi residenziali per minori hanno dato le basi ad un organismo Nazionale di rappresentanza, nel quale le comunità di accoglienza possano trovare la loro dimensione, ponendosi quale parte attiva e non spettatrice delle scelte imposte da altri che quasi mai sono rispondenti a bisogni reali.
Ad oggi Il C.I.C.A.M. è presente nelle seguenti Regioni : Sicilia, Puglia, Molise, Campania, Lazio e Calabria; l’assemblea costituente ha eletto il Presidente Nazionale, il Vicepresidente, e un consiglio direttivo Nazionale composto da otto membri residenti in diverse Regioni Italiane.
Seguiranno nell’immediato incontri in tutte le Regioni Italiane, nei quali sarà presentato l’ambizioso progetto, coinvolgendo le Comunità che hanno il desiderio di mettersi in discussione attivamente da protagonisti in un’immediata rivisitazione delle norme che regolano l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che, a causa dell’attuale incomprensibili norme e circolari, ha creato una totale confusione al riguardo.
Dopo vani tentativi di mediazione, attraverso la continua richiesta ai vari Ministeri coinvolti, della convocazione di tavoli tecnici di trattative dai quali potessero emergere soluzioni alla condizione di abbandono in cui sono stati lasciati i Minori stranieri non accompagnati, le Cooperative quale primo atto ufficiale hanno dato mandato all’avvocato Francesca Conte di formalizzare la denuncia per “abbandono di Minore” nei confronti di tutte le Istituzioni e gli Enti, che hanno reso possibile questa indecente situazione che sta logorando le giovani vite dei Minori e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, in conseguenza della spropositata situazione debitoria alla quali le comunità sono state costrette a causa del continuo rimbalzo delle responsabilità sulle competenze economiche.
Questa particolare situazione, è esemplare per far comprendere come un servizio indispensabile come l’accoglienza residenziale Minori sia stato bistrattato e, troppo spesso trascurato dai legislatori e inoltre, di quanto il superiore interesse dei minori non sia considerato tale ma essere per altri solo un dovere istituzionale da rispettare attraverso gli affidamenti ex art.403 C.C.
Gabriele Terranova