La Corte di Cassazione ha deciso definitivamente le sorti del processo Apocalisse, segnato nei vari gradi di giudizio da una marcata distanza tra le sentenze di primo e secondo grado. Ieri la Suprema Corte ha rigettato ogni ricorso ed ha confermato la sentenza di Appello. Questo l’iter cronologico della vicenda processuale: in primo grado, gli imputati erano stati assolti da ogni accusa. In appello è stato stravolto il verdetto: condannati Giovanni Marino, 44 anni, di Canicattì (2 anni e 8 mesi di reclusione), Ferdinando Bonanno, 71 anni, di Catania (4 anni e 4 mesi), Pino Gambino, 40 anni, di Ravanusa (8 anni). Condanna anche per Salvatore Paci (2 anni e 8 mesi) e Francesco Cottitto (3 anni rispetto ai sette di primo grado e assoluzione per l’intestazione fittizia di beni). Assolto, dopo una condanna in primo grado a 3 anni e 4 mesi di reclusione per il canicattinese Giancarlo Buggea, 41 anni ed assoluzione confermata per Calogero Paci, 37 anni. L’esito finale del processo di secondo grado celebrato dalla sezione II della Corte d’Appello di Palermo (presidente Marraffa) è stato confermato dunque anche in Cassazione. La vicenda è il compendio giudiziario dell’operazione antimafia “Apocalisse” che portò in carcere, nel marzo del 2010, otto persone ritenute fiancheggiatori del boss, allora latitante, Giuseppe Falsone (processato a parte ed assolto, come Buggea e Cottitto, dall’accusa di intestazione fittizia aggravata dal metodo mafioso dell’azienda agricola “La Rotonda dei Pini”, disponendo il dissequestro dell’impresa). In primo grado, il Gup presso il Tribunale di Palermo, Daniela Troja aveva emesso una sentenza diametralmente opposta da quella odierna. Davanti ai supremi giudici, il Procuratore generale ieri aveva chiesto l’annullamento della sentenza che ha condannato Pino Gambino e Giovanni Marino, e la conferma del verdetto per tutti gli altri imputati.
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