iqLa iQ è una delle espressioni più creative partorite dagli studi della Toyota. Creatività progettuale, s’intende. È una macchina vera, con tutte le caratteristiche di un’automobile normale, ma condensate in meno di tre metri. Una sfida alla portata di pochi, difficile e costosa, ma bella, stimolante e riuscita. E nell’ambito della mobilità individuale quotidiana questa Toyota rende tutto più facile: a cominciare dai parcheggi e dalle manovre, ma anche i trasferimenti a più ampio raggio. Perché la differenza la fa la panchetta dietro, che permette, all’occorrenza, di ospitare una coppia di amici per le uscite serali. Si decide di volta in volta: o il bagagliaio o i posti dietro.

Ciò che più accomuna la Toyota iQ alla Smart fortwo, capostipite di questo rivoluzionario genere di vetture, è anche quello che maggiormente le differenzia. Lo stesso numero di stelle fra le due, alle voci abitabilità e bagagliaio, si spiegano con il fatto che abbiamo considerato la nuova Toyota come se fosse una due posti. In questa configurazione, infatti, l’abitacolo della iQ è decisamente più ampio di quello di una Smart, soprattutto in larghezza: non si sta gomito a gomito, come sulla citycar tedesca, ma comodi come su una berlina qualsiasi. Perché è così: dentro, la iQ (davanti s’intende) è come una Yaris. E il bagagliaio alle spalle dei passeggeri anteriori è più ampio di quello della fortwo, anche e soprattutto perché non c’è l’ingombro del motore. Quindi, cinque stelle, con il plus di una coppia di sedili d’emergenza: non sono le chaise longue di una Maybach, evidente. Ma ci sono, e tra averli e non averli c’è una bella differenza. Se la considerassimo una quattro posti, invece, la iQ finirebbe per essere penalizzata proprio per la presenza dei sedili posteriori, che invece sono un vantaggio.

La iQ, sembra unanime il coro degli automobilisti, ha un prezzo impegnativo. Costa 13.751 euro (anche se c’è una versione base, priva di climatizzatore, che ne costa mille in meno). Se i costi di progettazione e sviluppo hanno inciso parecchio sul listino, non bisogna dimenticare che l’allestimento di serie è davvero ricco e coprende anche climatizzatore manuale, controllo elettronico della stabilità, vernice metallizzata, cerchi di lega, volante e pomello del cambio rivestiti di pelle. E ancora, i cristalli oscurati, il tendalino copribagaglio, l’autoradio con lettore Mp3 e l’ingresso audio Aux. Tutti accessori che, insieme, fanno lievitare il prezzo, ma anche che gli altri costruttori fanno pagare a parte. Per non dire del cambio automatico: questa Toyota lo offre di serie, lasciando al cliente l’eventualità di rinunciarvi, preferendo un normale cambio manuale (il prezzo non cambia).

Più che entrare nel merito delle prove in pista, che hanno dato esiti più che soddisfacenti, vale la pena spendere qualche parola sulle sensazioni di guida in condizioni reali. La iQ, per cominciare, sfodera una qualità della guida sorprendente. Al volante, per intenderci, è come stare su una Yaris, per dire, alla quale hanno tagliato il muso e la coda. Merito di uno sterzo apprezzabile per rapidità e progressione, che mantiene sempre un certo carico e che restituisce la rassicurante sensazione di avere il pieno controllo del veicolo. La tenuta di strada è elevata, l’avantreno ben piantato; il controllo della stabilità interviene puntuale a correggere gli errori di valutazione del guidatore o le perdite d’aderenza indotte da fondi particolarmente viscidi. Il rilascio in curva è praticamente ininfluente sulla traiettoria impostata; per provocare una reazione bisogna accompagnare il rilascio con una decisa sterzata: in questo caso, la iQ passa da un leggero sottosterzo a un progressivo sovrasterzo, immediatamente annullato dall’intervento puntuale del Vdc.

Al comportamento rassicurante e decisamente automobilistico, s’accompagna un assorbimento delle asperità abbastanza efficace, nonostante la relativa leggerezza del corpo vettura (1017 kg in condizioni di prova). Così, i fondi dissestati che affliggono le nostre città si superano senza troppi scossoni, merito anche delle ruote di dimensioni generose, strette, ma alte. La trasmissione dà il suo contributo: la marcia è fluida, lineare, progressiva e la iQ scatta rapida nel traffico. E si può fare affidamento sulla frenata: l’impianto ci è parso resistente ed equilibrato. Anche il pedale: modulabile e sostenuto. Insomma, la Toyota iQ ha messo in campo una serie di qualità, che in questa categoria finora non s’erano ancora viste.

Fonte: www.quattroruote.it