edilizia1Duecento edifici pubblici sotto esame. È la Sicilia dei “carotaggi”, dei prelievi di cemento a tappeto fatti con campioni cilindrici dalla forma, appunto, di carota. Test di ingegneria per provare la solidità delle strutture ai quali la Protezione civile della Regione, dopo le polemiche per i troppi crolli del terremoto in Abruzzo e le inchieste delle procure di Caltanissetta e Agrigento sul calcestruzzo depotenziato, adesso assegna particolare importanza. Uno screening su «infrastrutture strategiche e di rilevanza regionale» che, dopo un primo livello di indagine, sono stati ritenuti a rischio: palazzi, strade, ospedali, ponti. Fra questi, edifici di proprietà delle Ausl di Catania e di Messina. Le verifiche tecniche di adeguatezza sismica degli edifici erano state avviate dopo un altro sisma, quello di San Giuliano di Puglia dell´autunno 2003, e sono affidate ai Comuni e alle altre amministrazioni proprietarie delle opere. «La Regione – spiega il capo del dipartimento Protezione civile, Salvatore Cocina – ha finanziato i sondaggi fino al 70 per cento delle spese, attraverso alcuni bandi rivolti agli enti pubblici. Non tutti, purtroppo, hanno accettato di mettere la propria quota del 30 per cento per effettuare le verifiche. Chi non l´ha fatto, ovviamente, se ne assumerà le responsabilità. I primi accertamenti sono terminati, la maggior parte è in corso». E a giorni, aggiunge Cocina, partirà anche un monitoraggio sui quattromila edifici scolastici dell´Isola. «Anche questo – dice il dirigente – è un intervento che era stato programmato prima del terremoto abruzzese. Partiremo al più presto e ci avvarremo di 19 squadre di tecnici». Ma il problema, come spiega Maurizio Papia, docente di Ingeneria strutturale e geotecnica, «è che in Sicilia manca un censimento dettagliato degli edifici che ci possa fornire un quadro completo della vulnerabilità sismica delle strutture in cemento armato. La nostra conoscenza si limita a un monitoraggio fatto, qualche anno fa, nella Sicilia orientale. Purtroppo mancano le risorse per effettuare verifiche tecniche sull´intero patrimonio

edilizio regionale». Sulle costruzioni realizzate con il calcestruzzo “truccato”, meno cemento e più sabbia, stanno tentando di far luce le inchieste di Caltanissetta e Agrigento. Nel nuovo ospedale della città dei Templi, conferma il procuratore Renato Di Natale, «i test sinora eseguiti hanno purtroppo evidenziato delle criticità. Le ultime verifiche dei consulenti tecnici si sono appena concluse, attendiamo l´esito per valutare l´opportunità o meno di un sequestro di alcune strutture». L´inchiesta di Agrigento, che ha portato sinora a 22 avvisi di garanzia spediti a imprenditori e progettisti, prende le mosse dalla verifica delle condizioni del pavimento che presentava segni di cedimento ancor prima dell´inaugurazione avvenuta cinque anni fa. «Al pronto soccorso – dice Di Natale – il pavimento malformato ha provocato anche incidenti al personale, e non sono mancate le richieste di risarcimento danni all´amministrazione». Un filone dell´inchiesta riguarda un finanziamento da 2 milioni 600 mila euro che pochi giorni prima dell´inaugurazione, a lavori già consegnati, è stato assegnato dalla Regione per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nell´ospedale. Il procuratore amplia il concetto. E si chiede «quanti soldi sono stati spesi dalle amministrazioni per porre rimedio a lavori eseguiti in maniera non conforme a norme e progetti?». Di Natale è stato titolare anche dell´inchiesta di Caltanissetta sul cemento depotenziato: «Il fenomeno dei palazzi costruiti con standard al di sotto della norma è estremamente diffuso, si estende su tutto il territorio dell´Isola e anche fuori. Le indagini sono in corso, ovviamente, ma ciò che è emerso, anche in seguito alla tragedia abruzzese, non può che indurre qualche riflessione. I palazzi, anche quelli fatti male, solitamente non vengono giù in condizioni normali. Ma il problema può sorgere se, malauguratamente, si verificano eventi sismici». Mentre Giancarlo Manenti, manager del San Giovanni Di Dio, si mantiene prudente: «Aspettiamo i risultati delle ultime perizie».


Fonte rebubblica.it