uilpsLa Ulilp ( Unione italiana lavoratori della poizia di stato) ritiene che quanto dichiarato dal Questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, in merito ai cittadini extracomunitari a bordo del cargo PINAR, sia supportato dalla connessa documentazione medica, che, in queste circostanze, deve essere rilasciata dai medici agli organi di Polizia dopo avere effettuato la visita di ogni singolo paziente. A tal proposito, il segretario nazionale della Uilps, ha dichiarato: In qualità di rappresentanti degli operatori di Polizia, esprimiamo solidarietà e vicinanza  a questi poveri esseri umani lasciati  in balia del mare per troppo tempo, il Governo Italiano ha dimostrato la propria vocazione umanitaria, in questi casi è indispensabile non rovinare  gesti così belli innescando  sterili polemiche che non servono a nulla. Non possiamo d’altronde non esprimere un giudizio su quanto accaduto a Porto Empedocle. Riteniamo un vero e proprio peccato non avere dato la possibilità  agli uomini della protezione civile, che hanno dimostrato una organizzazione e una  tempestiva davvero superlativa,  la possibilità di assistere decorosamente delle persone che hai nostri occhi sono apparsi davvero sfiniti.  E’ indubbio che il Questore è l’unico deputato a valutare le esigenze di sicurezza e di ordine pubblico, in questa circostanza la decisione assunta ci è apparsa eccessivamente zelante, ma ribadiamo che tali decisioni spettano per legge alla sua potestà. Riteniamo inoltre, che se un Questore della Repubblica dichiara che gli extracomunitari sbarcati in data odierna a Porto Empedocle sono stati regolarmente visitati (anche per scongiurare malattie infettive) e che sono in grado di intraprendere immediatamente il viaggio lo avrà fatto certo di poter dimostrare sia agli organi preposti che all’opinione pubblica le connesse certificazioni mediche che attestino l’avvenuta visita di ogni singolo cittadino extracomunitario, questo, consequienzialmente,  rassicurerebbe finanche gli operatori di Polizia che in queste ore stanno eseguendo a stretto contatto fisico  la traduzione in autobus dei poveri profughi nei centri di accoglienza individuati dal superiore Ministero. Inversamente non potrebbe che essere catalogato come un atto doppiamente irresponsabile a cui, ribadiamo, non vogliamo e non possiamo credere.