Alle 18 atteso a Bologna: «Ho aiutato la Menarini e farò il consulente». Ma Abete frena sul ritorno dell’ex dg della Juventus: «Ci ricordiamo tutti delle sentenze della giustizia sportiva»
NAPOLI, 30 giugno –
Per la prima volta dall’inizio del processo di Calciopoli l’ex dg della Juve, Luciano Moggi, si è presentato nell’aula della nona sezione del Tribunale di Napoli dove sono in corso gli interrogatori dei testimoni. Moggi si è trattenuto brevemente con i giornalisti all’uscita dall’aula. «Al posto dei campi di calcio ora frequento le aule di Tribunale», ha ironizzato.
«ERAVAMO PEDINATI» – E ha aggiunto, a proposito del processo sulle intercettazioni illecite in corso a Milano, Moggi: «Eravamo pedinati, al processo Telecom di Milano sta venendo fuori: ci seguivano». Soffermandosi sulla questione delle schede sim estere che secondo l’accusa avrebbe fornito ad arbitri e designatori, ha detto: «Pensate che se un arbitro fosse un mio associato ci sarebbe bisogno di telefonargli cinque volte? Andrei negli spogliatoi e gli darei una pacca sulle spalle».
SE L’INTER… – Moggi ha poi risposto alle domande dei giornalisti relative ad un passaggio della deposizione di Teodosio De Cillis, titolare del negozio di Chiasso, in Svizzera, dove sarebbero state vendute le schede estere contestate a Moggi. De Cillis aveva affermato, tra l’altro, che nel suo negozio si rifornivano per acquisti di telefonini e altro materiale elettronico come videocamere anche diversi giocatori e dirigenti di società di calcio ed ha citato il nome di Marco Branca, direttore tecnico dell’Inter. «Se l’Inter si serviva di quel negozio – ha commentato Moggi – ed a Tavaroli (ex responsabile sicurezza Telecom, n.d.r.) sono state sequestrate due schede svizzere: se uno più uno fa due vediamo poi se fa tre…».
LA CERTEZZA – Al massimo farà «il consulente» inibito. Alle 18 infatti è atteso a Bologna e Luciano Moggi si appresta forse davvero a tornare nel calcio dopo la bufera di Calciopoli. Lui stesso ha commentato le voci che lo vorrebbero l’anno prossimo vicino al Bologna: «Mi sono semplicemente dato da fare – ha detto Moggi all’agenzia Italpress – un paio di mesi fa, per aiutare la presidenza Menarini a trovare nuovi soci per il Bologna. Per quello che mi riguarda non ho un interesse diretto all’acquisto di azioni della società rossoblù, ma è evidente che, nel caso di ingresso dei nuovi soci da me segnalati, rivestirei opportunamente il ruolo di consulente».
IL PARERE DI ABETE – Opportunamente o no, visto che l’ex direttore generale della Juventus è stato inibito per cinque anni dalla Corte federale della Figc. Sull’argomento è intervenuto anche il presidente Giancarlo Abete: «Come presidente della Figc non posso che ricordare che tutti coloro che operano nel sistema sportivo si devono riconoscere in quelle che sono le decisioni degli organi di giustizia sportiva, che tracciano in qualche modo il confine tra le persone che possono svolgere ruoli all’interno del mondo del calcio e altri che sono inibiti e non lo possono svolgere. Non parliamo adesso per ipotesi, parliamo di situazioni concrete. Mi riconosco nelle regole e nel funzionamento della giustizia sportiva – ha concluso Abete – che hanno dato valutazioni su determinate vicende e hanno dato delle sanzioni a riguardo».
Fonte: Tuttosport.com
A cura di Gioachino Asti