Un episodio di discriminazione nei confronti di un omosessuale, si sarebbe verificato giovedì scorso a Canicattì. “Brutto frocio non farti vedere in giro o ti bruciamo l’auto”, sarebbe questo il messaggio che Fabrizio (usiamo un nome di fantasia per tutelare la privacy del vero protagonista) avrebbe trovato scritto, su un foglio di carta, sistemato sul parabrezza della sua auto.
A raccontarci quanto accaduto è lo stesso giovane. “ Non mi preoccupano le minacce ma sono terrorizzato dal fatto che ancora nel 2009 ci sia un clima culturale ostile verso le persone gay, lesbiche e trans – commenta il giovane – la gente continua a vedere il “diverso” attraverso il colore della pelle o dall’orientamento sessuale. I segnali sono di tutti i tipi e coinvolgono ampi settori della società. Abbiamo bisogno più che mai di mettere in campo una vera offensiva ma abbiamo bisogno di un grande sostegno da parte di voi media e delle Istituzioni, in quanto la maggior parte delle vittime di episodi di omofobia, dalle minacce alle aggressioni, non denuncia i fatti per paura che le conseguenze in famiglia, a scuola o sul posto di lavoro, possano peggiorare la propria situazione, specialmente quando non hanno dichiarato il proprio essere gay o lesbica, diventando così vittime dei propri aguzzini”.
Scenario di questo tipo di razzismo particolarmente stupido, più stupido degli altri perché non muove da premesse ideologiche e che è fatto di offese gratuite a persone colpevoli solo di avere un orientamento sessuale diverso dalla massa, sarebbe stato un quartiere del centro storico di Canicattì. La sorgente di tale razzismo spesso è l’ignoranza, ma soprattutto la rozzezza dei sentimenti che si manifesta, anche attraverso l’insensibilità di chi non è capace di mettersi nei panni degli altri, di chi non è capace di intuire e prevedere i sentimenti altrui.
Linguaggi crudi ma che ricorrono sprezzanti nella vita di tutti i giorni, tra bastonate e offese che feriscono come lame affilate la vittima di turno. Capita ancora abbastanza spesso che le madri riescano ad accettare la scelta sessuale del figlio o della figlia, mentre per i padri è molto più difficile: per orgoglio, per rifiuto della diversità, per virilismo, per conformismo, perché se ne vergognano.
E’ questo che induce spesso i ragazzi omosessuali a nascondere il proprio stato. Intanto, aumentano i sondaggi di esperti, psicoterapeuti, consulenti familiari e legali, educatori, animatori e naturalmente genitori con i loro figli adolescenti. È interessante sapere che secondo l’ultima ricerca europea a cura dell’Istituto Cattaneo dell’Università di Bologna, ogni cento persone dieci sono omosessuali. Ogni cento omosessuali, venti accettano la loro condizione, 80 non l’accettano e la sopportano, ventidue pensano al suicidio, cinque compiono tentativi di suicidio. La nostra redazione non può che esprimere solidarietà al giovane protagonista di questa vicenda condannando con fermezza la stupidità di tali gesti.