Egregio Sindaco, la rissa sta dove si vuol vederla. Il mio intervento era e rimane un invito a lavorare affinché si trovi una soluzione ai tanti problemi della nostra cittadina. Nessuno sfogo e nessun dente avvelenato quindi, semmai, finalmente, la piena consapevolezza dello spessore dell’interlocutore: Lei. Mi preme però chiarire alcune sue false affermazioni.
– Al sottoscritto è stato chiesto da lei stesso di dare un contributo elettorale costruendo assieme ad altri una lista ed un programma elettorale ed impegnandosi in prima persona, ricoprendo una carica assessoriale appunto, al fine di governare il nostro paese. D’altronde quando in poco più di due anni si “licenziano” quindici assessori il problema, è evidente, non sta negli assessori stessi ma magari sta nel Sindaco che li nomina. Stia tranquillo Sindaco, con lei a capo dell’Amministrazione Comunale, il sottoscritto e tanta altra gente, non è assolutamente interessato a ricoprire nessun ruolo, soprattutto perché il sottoscritto, e non altri evidentemente, è abituato ad onorare sempre gli impegni con la cittadinanza. Con lei oggi questo mi sembra improbabile se non addirittura impossibile. Continuerò ad impegnarmi per il mio paese senza essere bisognoso di poltrone o incarichi vari, così come ho fatto in passato e sto facendo tuttora, contando sulle mie piccole capacità personali.
– La sua maggioranza, così ben nutrita numericamente, non le permette di affrontare nemmeno le più piccole esigenze della nostra comunità, e questo credo sia evidente a tutti. La sua unica azione, signor Sindaco, consiste solo nell’addossare ad altri le responsabilità dei vari problemi, responsabilità a volte vere ed autentiche, senza però fare nulla in concreto per risolverle.
– La sua paventata “miriade di rapporti politici o di amicizia con vari esponenti del governo regionale e nazionale” non le ha consentito ad oggi di potere progettare e realizzare alcunché. Forse il problema sta proprio nel fatto che una miriade di politici la conoscono a fondo, così come ci stiamo abituando a conoscerla noi racalmutesi. Si potrebbe parafrasare che un problema “se lo conosci lo eviti” così come “evitare è meglio che curare”. D’altronde si deve per forza conoscere un politico che ha cercato, invano, di accasarsi prima nelle file “ciminiane”, poi in quelle “di mauriane” con relativi inni all’innamoramento, che ha fatto una campagna elettorale con volantini, fra gli altri, riportanti, alla faccia della coerenza, da un lato un candidato della sinistra (se stesso) e dall’altra un candidato del centrodestra, ed infine che ha cercato, anche stavolta invano, di tornare alla casa natale di Di Pietro.
La atta (gatta) ca nunn’arriva a la saimi dici chè agra!
– La degna accoglienza riservata al nostro Presidente della Repubblica è stata agevolata dalle garanzie prestate proprio da uno o più suoi assessori a qualche esponente di governo. L’invito al Presidente a visitare Racalmuto, e la relativa assicurazione dal Quirinale che ciò era piani del Presidente stesso, era stato formulato nell’aprile-maggio 2007 dall’allora sindaco Luigi Restivo Pantalone e nel giugno dello stesso anno dal sottoscritto che poi ha reso edotto lei dell’iniziativa intrapresa dopo avere ricevuto risposta affermativa dal Quirinale stesso.
Chiudo questa mia missiva anticipandole che non ho intenzione di rispondere a qualsiasi altra sua provocazione, seguace dell’invito rivolto da Virgilio a Dante dinnanzi a color che correano senza tempo dietro ad un irraggiungibile vessillo: non ti curar di loro ma guarda e passa!
Buon lavoro signor Sindaco, e che sia un lavoro proficuo a tutti.
Racalmuto, 19 agosto 2009
Ignazio Enrico Marchese