I ripetuti episodi incendiari del mese di luglio hanno intaccato temporaneamente il percorso naturalistico dell’area protetta.

Per mimmo fontana, direttore della riserve e presidente regionale di legambiente “questo è purtroppo il frutto del dimezzamento dei fondi di gestione operato in bilancio dalla regione siciliana nell’ultima finanziaria ed a cui non si potrà porre rimedio prima dell’autunno prossimo”.

Il rischio concretizzatosi alle Macalube di Aragona in un crescendo di episodi incendiari –ben tre – che dall’11 luglio hanno interessato la zona A, vale a dire quella di massima tutela, era stato prospettato all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente non solo dalle associazioni ambientaliste che, in Sicilia, gestiscono 25 Riserve Naturali ma soprattutto dai direttori dei quattro Enti-Parco delle nostra regione: tagliare i fondi di gestione praticamente del 50% significa infatti paralizzare le attività di tutela e conservazione e prime fra tutte le azioni finalizzate alla prevenzione degli incendi.

“Questo è esattamente ciò che è successo alle Macalube di Aragona nelle scorse settimane, fino all’episodio più grave verificatosi nella notte tra sabato 31 luglio e domenica 1° agosto” commenta amareggiato Mimmo Fontana. “Quando a fine maggio scorso ci apprestavamo ad affidare l’incarico per la realizzazione delle cosiddette fasce parafuoco lungo tutto il perimetro della zona A della riserva siamo stati bloccati dal nostro ufficio amministrativo perché i fondi garantiti dal bilancio appena approvato dal Governo regionale erano appena sufficienti per affrontare i pagamenti delle bollette del telefono, della luce, il carburante delle auto, ma non di certo per la paga degli operai che a giugno, appunto, avremmo dovuto ingaggiare per eseguire questi lavori agricoli, esiziali per limitare i danni che alla riserva possono venire da roghi che frequentemente partono da appezzamenti di terreno anche abbastanza lontani dall’area di massima tutela ma che purtroppo il vento propaga molto rapidamente”.

Nonostante il prodigarsi delle squadre antincendio della Forestale i danni, soprattutto quelli dell’ultimo episodio di sabato notte, sono stati ingenti, seppur temporanei. Dai sopralluoghi e dai rilievi effettuati dagli operatori della Riserva emergono peraltro pochi dubbi sulla matrice dolosa in tutte e tre le occasioni. Ed è alquanto difficile, peraltro, non ricollegare questi ultimi eventi con i precedenti danneggiamenti verificatisi a più riprese tra l’autunno 2009 e la primavera di quest’anno: “Abbiamo forti sospetti ma nessuna certezza sulla mano che può aver appiccato ripetutamente il fuoco” conclude Fontana.”Ma proprio perché non è semplice individuare e perseguire chi compie queste vili azioni dobbiamo essere messi dalla Regione nelle condizioni di svolgere in maniera compiuta il nostro lavoro, non lasciando nulla di intentato per garantire livelli minimi di sicurezza ai siti che ci sono stati affidati e soprattutto standard ottimali all’attività di conservazione e tutela della biodiversità”.