Stato di agitazione anche negli istituti scolastici canicattinesi. Ieri mattino, gli studenti dell’Istituto tecnico commerciale “Galilei” insieme ai colleghi dei licei , classico e scientifico, hanno occupato le scuole per dire no alla riforma Gelmini. Non si ferma dunque la protesta degli studenti agrigentini contro la riforma della scuola voluta dal ministro Maria Stella Gelmini. In diversi casi gli studenti hanno votato per l’occupazione, così come è successo anche nelle università siciliane.
Anche a Canicattì gli alunni protestano contro un provvedimento firmato dal ministro Gelmini: il ddl per la riforma degli atenei. Gli studenti canicattinesi non solo contestano i contenuti della riforma Gelmini ma anche le carenze strutturali e di servizi delle loro scuole. Oggi inoltre, i rappresentanti degli istituiti che hanno iniziato la protesta si riuniranno in assemblea per concordare forme di protesta aggiuntive come ad esempio una manifestazione in piazza. Al momento la situazione nelle scuole canicattinesi non è particolarmente turbolenta.
I ragazzi sperano di coinvolgere un fronte sempre più largo di insegnanti, genitori, personale ausiliario e alunni per manifestare contro una riforma, che a loro avviso, non contiene alcun elemento certo. A Canicattì, gli alunni dei tre istituti, vogliono attivarsi per far conoscere linee e punti deboli di una riforma scolastica che “non s’ha da fare”, come sostengono a gran voce migliaia di studenti in tutt’Italia. Nei prossimi giorni si valuterà se svolgere le lezioni nelle quinte classi, forse con orari ridotti.” Oltre a manifestare contro la riforma Gelmini – spiega Giuseppe Cambiano, studente dell’Itc Galilei – vogliamo attirare l’attenzione sulle gravi carenze di alcune scuole di Canicattì. Per fortuna il nostro istituto è all’avanguardia ma non si può dire la stessa cosa di scuole come il professionale e l’agrario che versano in pessime condizioni.”I ragazzi si sono organizzati in modo tale che la scuola resti sempre presidiata 24 ore su 24. Nei prossimi giorni anche altri istituti di Canicattì potrebbero decidere di mettere in atto l’occupazione come forma di protesta.
Secondo gli studenti il ddl “trasforma le nostre università in aziende, privatizza i nostri consigli di amministrazione, trasforma il diritto allo studio in un debito da contrarre con le banche. Una riforma che riporta il livello di istruzione universitario ad essere un bene di lusso – denunciano gli studenti – non accessibile se non a chi è in condizioni economiche agiate per studiare in pochi atenei di eccellenza”