Anche il Cai Sicilia, che gestisce tre riserve naturali, è vicino ai 90 lavoratori che hanno dichiarato lo stato di agitazione da oggi fino a venerdìper protestare contro i tagli alle aree naturali protette previstI dalla Finanziaria 2011 e la grave situazione esistente per i tagli già operati nel 2010 che ha provocato il mancato pagamento degli stipendi a partire da luglio e il mancato trasferimento dei fondi da parte della Regione, pur in presenza di precisi obblighi contrattuali. “Chiudendosi così il 2010 – dichiara Mario Vaccarella, presidente del Cai Sicilia – lo stipendio dei lavoratori a partire da luglio 2010 e altre spese obbligatorie degli Enti Gestori non possono essere liquidate, con grave nocumento per i lavoratori stessi e per le Associazioni, che hanno assunto in virtù di un contratto stipulato con la Regione precisi impegni per affitti, assicurazioni, oneri previdenziali, etc. Fondi che in ogni caso la Regione dovrà prima o poi erogare con ulteriori aggravi finanziari in virtù di una convenzione che ha forza contrattuale”. “Non si riesce a comprendere – prosegue Vaccarella – l’ostinazione di questi comportamenti e la mancanza di una razionale interlocuzione, anche in presenza di gravi carenze finanziarie che possono essere colmate con una buona politica di priorità e una giusta qualità della spesa pubblica, che dovrebbero guidare i nostri politici e burocrati regionali, come peraltro più volte sollecitato dalle Associazioni”. “Alla luce delle politiche ambientali di qualità svolte in tutti questi anni dall’amministrazione regionale – conclude il presidente del Cai Sicilia – vogliamo tuttavia essere fiduciosi in una positiva soluzione della vertenza nell’ambito della manovra di Bilancio e credere nell’impegno dimostrato dal nuovo assessore al ramo e da altri deputati regionali”.