Sono stabili le condizioni del bambino ferito da un colpo di fucile ieri sera nell’agrigentino. Il direttore del reparto di prima rianimazione dell’ospedale Civico, Pier Giorgio Fabbri : “Le condizioni rimangono tuttavia critiche e la prognosi pertanto è riservata”.
Il bimbo viaggiava in auto insieme allo zio Carmelo Marotta, di 30 anni, e al fratello maggiore Vincenzo, di 16. All’improvviso da un’altra vettura che si è affiancata sono partiti alcuni colpi di fucile caricato a pallettoni. Uno è andato a conficcarsi nella testa del bimbo, mentre il fratello e lo zio sono rimasti feriti di striscio.
Il piccolo, operato d’urgenza nell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, è stato trasferito in nottata con l’eliambulanza al Civico di Palermo, dove si trova ricoverato nel reparto di neurochirurgia. E’ stato operato dai neurochirurghi alla testa, nella zona fronte-temporale sinistra, e le sue condizioni sono definite dai sanitari gravi ma stabili. L’intervento si è concluso alle 6 di stamane.
A sparare, in contrada Malvizo a Sant’Angelo Muxaro, potrebbe essere stata una sola persona. Secondo i poliziotti della Scientifica, che stanno analizzando la Suzuki fuoristrada guidata da Vincenzo Marotta, i pallettoni andati a segno sono stati una decina. Fra la prima e la seconda fucilata, il mezzo, frenando, avrebbe percorso altri dieci metri. Questa ipotesi investigativa ben si incastrerebbe con i racconti di Marotta, operaio edile saltuario, che ha riferito d’aver visto, a distanza di pochi secondi, due fiammate.
Domani, a Sant’Angelo Muxaro, arriveranno da Palermo anche i poliziotti esperti in balistica che dovranno ricostruire quale sia stata la traiettoria degli spari, stabilendo il luogo esatto dal quale sono stati esplosi i colpi. Intanto, messa da parte il pista della vendetta mafiosa, traballa anche l’ipotesi che a sparare possa essere stato qualche cacciatore durante una battuta. Gli investigatori pensano comunque a un agguato messo in atto per ragioni ancora da chiarire.
Gli uomini della scientifica di Agrigento si sono recati nel pomeriggio sul luogo della sparatoria lungo la strada interpoderale, che da Sant’Angelo Muxaro conduce a Santa Elisabetta, per raccogliere eventuali nuove prove che possano consentire di far chiarezza sulla dinamica del ferimento del piccolo Salvatore, e degli zii Carmelo e Vincenzo Marotta, 16 e 31 anni, tutti sabettesi. Si cercano nuove tracce, innanzitutto su chi ha sparato e quanti colpi sono stati esplosi.
Probabilmente l’agguato è scattato per questioni passionali o per vendetta, oppure per uno sgarro. Ma su quanto accaduto domenica sera, la mafia non c’entra.
Forse, il mistero dell’agguato potrebbe essere svelato molto presto.
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