Potrebbe esserci una svolta decisiva sulla morte di Antonella Alfano, la trentaquattrenne trovata morta carbonizzata, sabato scorso, all’interno della sua Fiat 600. Secondo i primi risultati dell’autopsia, la donna sarebbe morta soffocata e successivamente bruciata.

Ad eseguirlo il professore Cataldo Raffino, dell’istituto di medicina legale dell’Università degli Studi di Catania. All’accertamento necroscopico hanno assistito gli avvocati, Alfonso Neri e Totò Pennica, difensori del militare Salvatore Rotolo, indagato di omicidio, i due periti uno di Catania, l’altro di Acireale, nominati dalla difesa, l’avvocatessa Fulco, che cura gli interessi della famiglia Alfano, nonché il curatore speciale nominato dal Tribunale, l’avvocato Sebastiano Bellanca, che assiste la figlia di dieci mesi della donna, e poi gli agenti della Squadra mobile, i carabinieri della compagnia di Agrigento e il titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Giacomo Forte, che sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, stanno indagando per fare piena luce sull’episodio.

Oltre cinque ore di esame autoptico, che avrebbero sciolto i dubbi sulla morte della giovane. Quando l’auto ha preso fuoco la giovane agrigentina era già morta, quasi certamente soffocata da una castagna? Che sarebbe stata rinvenuta in gola dal medico legale?

Dopo la morte, sarebbe stato appiccato il fuoco all’utilitaria? Secondo indiscrezioni trapelate Antonella non presentava all’interno del cavo orale alcun segno provocato dal fumo sprigionato dall’incendio.

Ma ci sarebbe di più: sembra sarebbero state rinvenute anche traccia di liquido infiammabile, probabilmente versato sul corpo senza vita della giovane. Già da stamattina si terranno altre perizie, per le quali i legali di Rotolo hanno nominato un consulente l’ex comandante dei Ris di Parma, il generale Luciano Garofano, che ha già accettato l’incarico.

Per l’esecuzione delle perizie sono sorti alcuni contrasti con la Procura della Repubblica, che ha rigettato l’istanza di incidente probatorio. Al carabiniere è stata ritirata la pistola d’ordinanza e messo a riposo. Contro di lui ci sono diversi testimoni, tra cui un collega carabiniere, che l’hanno visto sulla strada dove è stata trovata la vettura bruciata. Agli atti vi è anche la denuncia dei familiari della vittima che hanno raccontato dei rapporti burrascosi tra Antonella e il compagno. Litigi su litigi, gli ultimi dei quali la sera prima e lo stesso giorno della morte della donna. Al momento, qualunque notizia relativa alla causa mortis si palesa destituita di fondamento.

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