Dopo 3 ore di camera di consiglio i giudici della VI sezione della Corte di Appello di Palermo, presieduta da Biagio Insacco, hanno emesso la sentenza a carico di 7 persone ritenute a vario titolo essere partecipi dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, operante nell’agrigentino, ed in particolare della famiglia di Favara, arrestati il 6 marzo del 2007 nell’ambito dell’operazione antimafia “Camaleonte”. Accogliendo parzialmente l’appello proposto dall’avvocato Giovanni Castronovo, difensore dell’ex capomafia agrigentino Giuseppe Falsone, è stata ridotta notevolmente la pena inflitta in primo grado dal Tribunale di Agrigento. L’ex latitante campobellese, infatti, è passato dai 22 anni e 6 mesi inflitti in primo grado, a 6 anni di reclusione; ed in virtù del meccanismo della continuazione, così come richiesto dalla difesa, ha avuto una pena complessiva, alla luce delle condanne riportate nei procedimenti denominati “Cocktail” e “Ghost”, di 28 anni di reclusione. Ridotta, altresì, la pena inflitta in pirimo grado al favarese Stefano Morreale, il quale è passato da 12 anni di reclusione a 9 anni e 4 mesi.Confermate le sentenze inflitte in primo grado per tutti gli altri imputati: 9 anni di carcere ad Antonio Vaccaro di Favara, 8 anni a Pietro Iudicello, di Ramacca, 9 anni a Francesco La Rocca di Catania. E ancora 6 anni ad Ignazio Musso, 13 anni a Pasquale Alaimo, entrambi di Favara. Iudicello e La Rocca sono stati condannati per estorsione. Musso per concorso esterno in associazione mafiosa. Assolto, invece, l’agrigentino Dino Vitello. I Comuni di Agrigento e Favara, assieme alla Provincia regionale di Agrigento, si sono costituiti parti civili.