“Libero”di ieri, 1 luglio, pubblica a pagina 33 un servizio dal titolo “Nei musei della Sicilia più custodi che visitatori”. Nino Sunseri scrive, tra l’altro: “Il caso più straordinario è quello della zona archeologica di Ravanusa, in provincia di Agrigento, caso che la Corte dei conti cita riprendendolo dalla stampa. Qui a fronte di 10 custodi, nel corso di un intero anno c’è stato un solo visitatore, che peraltro non ha neppure pagato il biglietto, perché l’ingresso è gratuito. La Regione, infatti, ha dimenticato di attrezzare la biglietteria. Molto solerte, invece, nel reclutare il personale di servizio. Soprattutto fra gli ex operai di una fabbrica della zona chiusa un po’ di tempo fa. Come negare uno stipendio a tanti padri di famiglia rimasti senza stipendio? Hanno già sofferto. Non serve anche che lavorino”. Il caso è stato ripreso da più quotidiani e organi di informazione.

L’assessore regionale dei Beni culturali,Sebastiano Missineo, precisa che “la stabilizzazione di 4841 precari riguarda tutta la Regione e solo 129 di questi sono utilizzati dal nostro assessorato per la sorveglianza dei siti. I custodi dei Beni culturali siciliani sono 1288, tra regionali e dipendenti della Beni culturali Spa. Di questi, 220 hanno scelto la forma del part time mentre altri 713, pur essendo passati a qualifiche superiori, hanno deciso di continuare a svolgere il servizio di controllo.

Tutto cio’ a fronte di un flusso di quasi tre milioni e mezzo di persone che nel 2010 hanno visitato i beni culturali siciliani. Non mi sembra, dunque, che il numero dei custodi sia poi cosi’ elevato considerato il servizio pubblico svolto e che la sicurezza deve essere garantita in tutte le nostre strutture museali e archeologiche”.

Secondo Missineo “e’ giusto razionalizzare le risorse ed evitare gli sprechi per rendere piu’ efficiente la gestione ma la missione principale del nostro assessorato e’ anche quella di offrire a scolaresche, studenti e anziani la possibilita’ di avvicinarsi gratuitamente ai luoghi della cultura. Ecco perche’ credo che sia un grave errore mettere in relazione il numero dei custodi con gli incassi e con le presenze nei musei” “Come ho gia’ detto – conclude Missineo – siamo consapevoli che esistono situazioni di esubero che si tramandano dal passato e che bisogna lavorare per eliminarle. Ma, questa volta, le cifre fornite sono esagerate e molti dei lavoratori che sono stati stabilizzati, in realta’ sono stati dirottati ad altre amministrazioni, tra cui tribunali e procure”.