“Via… Stalin da Campobello di Licata”. L’Amministrazione comunale, presieduta da Michele Termini, con decreto sindacale, ha adottato una decisione definita “importante”: ha revocato la via Stalin, lo statista sovietico che ha movimentato la storia politica non solo delle sua parti, ma anche di Europa e del mondo, di decenni or sono. La via, adesso, è intitolata a Rosa Balistreri. Dalla politica alla canzone impegnata. Il passo non è breve. La Pubblica amministrazione ha infatti inteso “manifestare l’intenzione di intitolare la strada del centro abitato a Rosa Balistreri, cantante e cantastorie nata nella vicina città di Licata il 21 marzo del 1927 e morta nel capoluogo siciliano, vale a dire Palermo, il 20 settembre nel 1990”. L’Amministrazione Termini pertanto ha rideterminato la toponomastica spazzando via, con un deciso “colpo di spugna”, la.. Via Stalin, sita tra la via Caizza e la via Pirandello. La zona è collocata a nord-ovest della cittadina campobellese, nota per ospitare altre vie dedicate a uomini politici sovietici e bolscevici di un tempo passato che ormai non esiste più. Durante lo spettacolo non-stop andato “in onda” tra giovedi e venerdi notte, in città, la cosiddetta “Festa Rosa”, la “firma” ufficiale di questo provvedimento sindacale che, probabilmente, susciterà non poche polemiche nella nostra bella e martoriata Penisola. La “Festa Rosa” è stata dedicata (in parte) alla compianta cantante popolare licatese che ha avuto “agganci” territoriali con Campobello di Licata, essendo vissuta per poco tempo, negli anni molto passati, nella cittadina campobellese. Il sindaco agrigentino, Termini, ha dichiarato che (non sono parole testuali) “è giusto intitolare una via a Rosa Balistreri, molto apprezzata nella nostra cittadina”. Qualcuno ribatte: “E Stalin? Riposa in pace nella sua terra”. Era stata, negli anni trascorsi, un’Amministrazione comunale di sinistra (non ha importanza chi era il sindaco di allora) a dedicare la strada omaggiata (o incriminata) a Stalin. La città “manicheista” di Campobello di Licata, che in questi giorni vive momenti difficili, quasi come Londra, per via degli indecorosi insulti “collegiali” di un centinaio di giovinastri piuttosto “esuberanti” (definiamoli così, su via), proprio nella notte della “Festa Rosa”, si divide (non equamente) in due tronconi: chi apprezza la scelta del sindaco Termini, volta ad intestare una strada cittadina a Balistreri al posto del “defenestrato” Stalin, chi dichiara che la scelta del primo cittadino è “inopportuna”, è “strumentale”, decisamente “politica”: tema conduttore: “non si può cancellare la memoria storica, ‘cancellando Stalin’. Dicesi: ”Stalin è stato un uomo politico della storia del mondo, come tanti altri, non era il caso di cancellarlo dalla toponomastica cittadina. E allora, se il metro è identico a tutti, dovrebbero essere ‘azzerate’ le vie dedicate ad altri uomini (e donne) politici, come Lenin, Troskji, Luxemburg, tanto per citare quelli di sinistra, i bolscevici”. E anche politici che non hanno avuto a che fare con la sinistra politica”. Il dibattito è aperto, sotto l’ombrellone, quando l’atmosfera ferragostana spazza via ogni discorso acculturato e politico. Ma tant’è.

Giovanni Blanda