Nuove condanne del Ministero della Salute al risarcimento del danno per trasfusione di sangue infetto. Il Tribunale di Palermo, ha emesso due diverse sentenze di condanna del Ministero della Salute al risarcimento del danno in favore di soggetti danneggiati per contagio di epatite C dovuta a trasfusioni di sangue infetto.
In particolare con una prima sentenza, emessa il 2 novembre il Tribunale ha condannato il Ministero della Salute a risarcire in favore degli eredi di una donna Empedoclina, deceduta per tumore al fegato determinato dal contagio per epatite C, causato da una trasfusione di sangue infetto praticata nel 1981 presso l’Ospedale Civico e Benefratelli di Palermo, la somma complessiva di € 1.121.952,66.
Con una seconda sentenza, il Tribunale, ha condannato lo stesso Ministero a risarcire in favore di una donna Agrigentina, che ha contratto l’Epatite C per una trasfusione di sangue fatta, presso la Casa di Cura “S. Anna” di Agrigento, nel lontano 1976, la somma di € 258.401,26.
La prima sentenza è stata emessa a definizione di un giudizio instaurato nel 2004 dagli eredi di una donna che, a causa del contagio da epatite C, ha visto trasformare la propria vita in un calvario che ha coinvolto l’intero nucleo familiare. La progressiva evoluzione della malattia da cirrosi in tumore al fegato, infatti, aveva reso necessario un trapianto d’organo, purtroppo mai arrivato. Il dolore per la grave perdita ha indotto il coniuge ed i figli ad intraprendere una causa civile contro il Ministero della Salute al quale competeva istituzionalmente il compito di vigilare sulla raccolta e sulla distribuzione del sangue e degli emoderivati da destinare alla somministrazione.
Il Ministero della Salute, con l’Avvocatura di Stato, si è difeso sostenendo che in capo allo stesso non poteva riconoscersi alcuna colpa nella causazione del danno, in quanto all’epoca della trasfusioni (effettuate nel 1981 nel primo caso e nel 1976 nel secondo) il virus dell’Epatite C non era stato ancora classificato; dunque, non essendo ancora conosciuto dalla Comunità Scientifica non sarebbe stato possibile prevenirne la diffusione.
Di contrario avviso è stato il Tribunale di Palermo che, accogliendo la diversa tesi sostenuta dai legali dei danneggiati, Avv. Angelo Farruggia e Annalisa Russello del Foro di Agrigento, ha condannato il Ministero della Salute a risarcire in favore dei primi oltre un milione di euro ed in favore della seconda, ancora in vita, oltre duecentocinquantamilaeuro.
Nel commentare le importanti pronunce giurisprudenziali, l’Avv. Angelo Farruggia sottolinea che gli eredi della donna deceduta a causa del contagio, nel 2009 avevano presentato la domanda di adesione alla procedura transattiva di cui al decreto 28 aprile 2009, n. 132, con la quale il Ministero della Salute si era proposto di definire mediante singole transazioni tutti i giudizi promossi dai soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue infetto. Tuttavia tale proposito, sancito da una legge dello Stato, come purtroppo spesso accade in Italia, ad oggi non avuto seguito. Tale grave inadempienza, se da un lato determina un ingiustizia per tutti i danneggiati che ancora oggi attendono una risposta dal Ministero della salute, dall’altro, determina un aggravio di costi per le casse dello Stato, basti dire che nel caso degli eredi della signora deceduta a causa del contagio, dunque, in un solo caso, lo Stato Italiano avrebbe risparmiato più di seicentomilaeuro. Il dato, in questo particolare momento storico, dovrebbe indurre il Ministero a dare corso, finalmente, alla procedura transattiva.
Il legale rende infine noto che con sentenza del 07 novembre 2011, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 11, commi 13 e 14, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, legge 30 luglio 2010, n. 122, in tal modo cancellando l’assurda norma con la quale veniva negata la rivalutazione monetaria, secondo il tasso di inflazione programmata, dell’intero indennizzo previsto dalla legge 210/92 in favore dei soggetti danneggiati da contagio per sangue infetto.
L’importante pronuncia, ormai da tempo attesa, consente a tutti i titolari di indennizzo di potere nuovamente richiedere, anche con gli arretrati degli ultimi dieci anni, la rivalutazione monetaria dell’intero indennizzo.