“Con cadenza disarmante assistiamo nel tempo a ripetitive dichiarazioni di politici siciliani che invocano l’esistenza dello statuto della Regione Siciliana quale formidabile opportunità e grande risorsa per risolvere le annose problematiche di cui è affetta la Sicilia che nei cinquantanni della sua storia non è riuscita ad assicurare al popolo siciliano un futuro sereno per le sue generazioni. Tale dichiarazioni assumono particolare rilievo se fatte da autorevoli esponenti del mondo politico a livello nazionale quale il senatore La Loggia, attuale presidente della Commissione parlamentare per l’Attuazione del Federalismo Fiscale,già Ministro della Repubblica nel precedente governo Berlusconi e presidente dei senatori del PDL nella precedente legislatura.” A dirlo è Michele Cimino,deputato regionale di Grande Sud. “Purtroppo al riguardo non possiamo ignorare che il senatore La Loggia,unitamente ai 78 deputati e senatori eletti in Sicilia al parlamento nazionale,sulla scia di coloro che l’hanno preceduto nei decenni precedenti,non hanno mai svolto una azione incisiva nelle sede istituzionali che attualmente o che in passato hanno coperto per dare attuazione allo statuto speciale siciliano che per la sua completa applicazione richiedeva e richiede interventi da parte del parlamento nazionale e del governo. Tale inerzia,continua Cimino, o peggio indifferenza nei confronti del popolo siciliano che li ha eletti per difendere gli interessi dei loro territori, al contrario dei parlamentari della Lega Nord che sono riusciti persino a trasferire risorse destinate alla Sicilia al Nord, , assume particolare gravità per il fatto che i parlamentari siciliani eletti al parlamento nazionale non stanno muovendo un dito per l’approvazione della modifica all’articolo 36 dello Statuto Siciliano che consentirebbe che le quote di gettito delle imposte di produzione nel territorio regionale vengano incassate dalla Regione e non dallo Stato come accade oggi. Quello che è possibile in altre regioni d’Italia perché non è possibile attuarlo in Sicilia? E perché il senatore Enrico La loggia parla,in un recente articolo , delle opportunità circa l’attuazione dell’articolo 37 e la soluzione dell’annoso problema delle accise.?’ L’art.37 afferma che: ‘per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi’. Un articolo che, tramite l’attribuzione di una quota dell’Irap, tenderebbe a risarcire in un certo senso la Sicilia dei costi ambientali che derivano dalla presenza di grandi siti industriali nell’Isola. Non è forse arrivato il momento di chiedere di incassare direttamente le imposte di produzione e non di accontentarci di indiretti risarcimenti.?Non sarebbe il caso di sollecitare ed interessare il presidente Monti sulla questioni delle accise in Sicilia?Diamo ai siciliani dopo cinquantanni quello che è dei siciliani. Ed è per questi importantissimi motivi che noi esponenti di Grande Sud chiediamo al senatore La Loggia,presidente della Commissione parlamentare per l’Attuazione del Federalismo Fiscale una audizione per affrontare tale problematiche”, conclude Cimino.