Dopo Palermo anche Agrigento: la città dei Templi e 18 paesi della provincia sono in piena emergenza rifiuti. Da otto giorni gli operatori ecologici dell’Ato Gesa Ag 2 non hanno svuotato i cassonetti. Il vertice di questa mattina fra il liquidatore della Gesa, Teresa Restivo, alcuni dei sindaci interessati e i rappresentanti delle ditte non ha trovato soluzioni immediate.
I sindaci di Agrigento Marco Zambuto, di Raffadali, Silvio Cuffaro, e di Porto Empedocle, Calogero Firetto, chiedono che il servizio di raccolta venga riaffidato immediatamente ai Comuni.
Le ditte che si occupano dello svuotamento dei cassonetti chiedono almeno 6 milioni di euro per pagare gli stipendi, ma sono creditori di 9 milioni. Ne sono disponibili, invece, appena 3 e mezzo.
Secondo indiscrezioni, l’assessore regionale all’Energia, Giosuè Marino, dovrebbe convocare i sindaci al più presto.
La richiesta dei lavoratori, che non ricevono gli stipendi da tre mesi, è chiara: i Comuni devono prima saldare il debito nei confronti di Gesa, permettendo il pagamento degli stipendi, e poi chiedere alla Regione lo scioglimento dell’Ato.
“L’emergenza rifiuti di Palermo può rivelarsi estremamente pericolosa per la salute pubblica, con il rischio di epidemie”. L’allarme arriva dall’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, in una lettera inviata al prefetto Luisa Latella, commissario straordinario del Comune di Palermo.
Russo ha già contattato anche gli uffici dell’Asp di Palermo, invitandoli “alla massima sorveglianza della situazione”. “Il pericolo di epidemie – dice l’assessore – è causato della putrefazione dei rifiuti e della consequenziale proliferazione di topi”. E la situazione, come sottolineano i responsabili del servizio dell’assessorato, è “resa ancor più critica a causa delle elevate temperature di questo periodo”.
Nella lettera, Russo aggiunge che “i numerosi incendi di rifiuti e cassonetti registrati negli ultimi giorni sono causa di inquinamento ambientale e atmosferico poiché generano l’emissione di sostanze nocive come la diossina, che possono determinare conseguenze per i cittadini anche attraverso l’assunzione di alimenti contaminati”.
Nella notte i vigili del fuoco di Palermo sono intervenuti per spegnere i roghi di una trentina di cassonetti dell’immondizia. Nonostante l’aumento dei turni di raccolta da parte dell’Amia, sono ancora parecchie le situazioni d’emergenza.
Stamani sono stati rimossi i rifiuti davanti alla scuola “La Masa” (circa 500 alunni tra materna ed elementare), nella zona del porto, ma molti genitori, per protesta, non hanno fatto entrare i figli, soprattutto i bambini della materna che usano le aule al pianterreno. I dipendenti della scuola hanno pulito strada e marciapiede con candeggina e disinfettanti.
L’Amia ha finora raccolto 1.200 tonnellate dei rifiuti che si sono accumulati in città la scorsa settimana a causa dello sciopero degli addetti. È la stima del direttore generale dell’azienda, Nicolò Gervasi.
I rifiuti extra dovuti al blocco della raccolta erano stati valutati in oltre 2.500 tonnellate. Le zone dove l’emergenza è più rilevante sono nell’area ovest della città, dove stanno operando pale meccaniche.
Intanto proseguono gli accertamenti della magistratura, sono un centinaio le persone iscritte nel registro degli indagati dai pm di Palermo. Si tratta dei dipendenti dell’Amia e dell’Amia Essemme, le ditte che gestiscono la raccolta dell’immondizia e lo spazzamento delle strade in città, che avrebbero determinato il blocco delle attività nei giorni scorsi impedendo ai colleghi di lavorare. I magistrati gli contestano l’interruzione di pubblico servizio.
A identificarli è stata la Digos, intervenuta durante i picchettaggi che hanno impedito agli automezzi dell’Amia di uscire dal deposito di Brancaccio. La Procura indaga anche per violenza privata e frode in pubbliche forniture e sta valutando eventuali danni alla salute dopo le denunce di malori presentate da alcuni cittadini.
E’ stata un’altra notte di incendi di cassonetti per la raccolta dei rifiuti nei comuni dell’Ato Gesa, alle prese con lo sciopero degli operatori ecologici, che lamentano il mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio. Con oggi sono otto giorni che non viene effettuata la raccolta. Piromani scatenati anche questa notte. Appiccato il fuoco sui cumuli di spazzatura accumulata negli angoli di diverse strade di Agrigento, Favara, Montallegro e Realmonte. L’incendio più esteso in via Unità d’Italia, a San Giusippuzzu. Super lavoro per i vigili del fuoco.