“In questi pochi mesi sono stato in moltissime scuole al sud e al nord. Ho trovato, nonostante quello che si dice, una scuola migliore di quella che viene raccontata, dove le persone, pur nelle difficoltà, sono impegnate, fortemente raccordate alle istituzioni, con una grandissima attenzione ai ragazzi”. Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, a Catania per partecipare al road show sui bandi per smart cites e smart communities.
“Io – ha aggiunto il ministro – vorrei che lo dicessimo un po’ più chiaramente: aprendo il coperchio della pentola della scuola, la scuola è molto meglio. Noi dobbiamo dare regole semplici, che abbiano una cadenza nei tempi e dobbiamo dare una prospettiva. Però dobbiamo anche cominciare a parlare un po’ in modo diverso della scuola. Io sono un profondo estimatore della scuola italiana”.
“Questo non la dico io – ha sottolineato Profumo – i nostri studenti quando vanno all’estero, per esempio con il progetto Erasmus, sono i più bravi di tutti e quando i loro compagni vengono in questo Paese da altri Paesi, i nostri studenti non fanno mai brutta figura. Mi piacerebbe che cominciassimo a parlare delle nostre scuole in modo un po’ diverso, non sono cliniche, questo lo so però bisogna avere un po’ più di serenità nel dire queste cose”.
“C’è una situazione pregressa con graduatorie della scuola e all’università ferme da anni, non essendoci stati concorsi dal 1999, ma dobbiamo dare un segnale forte ai giovani, non possiamo lasciarli sempre indietro”, ha continuato il ministro annunciando per “l’autunno un doppio canale di reclutamento: uno più grande e più importante delle graduatorie, e un altro, un po’ più ridotto, con un concorso per i giovani. Io credo che questa sia una modalità per avviare un processo che abbia una continuità nel tempo”.
Secondo il ministro “uno dei problemi del Paese, della scuola e dall’Universita, è che per molti anni non si sono fatti concorsi. Adesso qui si sono accumulati quindi io credo che attraverso un’operazione di questo genere, con molto buonsenso, si possa riavviare un processo che, naturalmente non risolverà nell’immediato il problema, ma che rimette il Paese nella direzione di diventare un Paese normale”.
“Per i concorsi – ha osservato Profumo – stiamo facendo la fotografia esatta di quelle che sono le disponibilità dei posti, a fronte anche delle nuove regole sul pensionamento, dopo di che vorremmo che il concorso fosse fatto in modo tale da fare una valutazione delle competenze delle persone ma anche della loro attitudine a stare in aula”.
“Io credo che il nostro Paese, che ha un’economia ancora con ampia base di tipo industriale, abbia bisogno di più diplomati e laureati nel settore tecnico. Noi abbiamo un’anomalia – ha aggiunto il ministro – la media nazionale è del 60% dei nostri studenti che scelgono un liceo, e del 40% che scelgono invece un istituto tecnico o la formazione professionale. I Paesi equivalenti al nostro, che hanno un’economia come la nostra, hanno l’inverso. Questo in generale sul Paese, poi i casi particolari possono essere diversi da uno all’altro. Io non credo che si possa normalizzare il Paese, bisogna ascoltare di più la domanda dei territori, indubbiamente è necessario avviare un processo di maggiore attenzione e orientamento degli studenti verso le specializzazioni tecniche”.