E’ finita tra rissa e contestazioni, senza gravi conseguenze, la celebrazione del 65° anniversario della strage di Portella della Ginestra. Dopo i saluti di rito dei rappresentanti sindacali, un gruppo di manifestanti con le bandiere ‘No Tav’ e ‘proletari comunisti’ ha urlato ‘vergogna’ e ‘buffone’ al segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani che è riuscito a entrare in macchina grazie a un cordone di sicurezza.
Lo scontro poi è scoppiato tra manifestanti e i militanti del Pd, costringendo la polizia a intervenire per separare i due gruppi. Ad accendere i contrasti è l’appoggio del Pd alla politica economica del governo Monti.
“Siamo in recessione – ha detto Bersani -, dobbiamo dare un occhio alle piccole imprese che perdono liquidità e lo Stato deve fare la prima mossa ora, penso che questa settimana si possa trovare una soluzione. Credo che lo Stato debba riuscire a immagazzinare un pò di liquidità dopodichè ragioneremo insieme sulla crescita. Gli enti locali non devono essere visti come una malattia ma come una parte della medicina”.
Secondo il segretario del Pd “i giovani devono recuperare la memoria, occorrono verità e giustizia, specialmente in Sicilia dove l’accordo tra lavoro e legalità, lavoro e onestà ha un significato maggiore. Penso ai giovani e alle donne vittime della camorra, della mafia e della ndrangheta; l’Italia deve sapere che c’e una politica pulita, il Paese non deve lasciarli soli e in Sicilia ciò è più drammatico perché qui oggi ricordiamo la strage di Portella della Ginestra”.
“Stiamo lavorando in parlamento per avere ammortizzatori sociali per i giovani e perché – ha affermato – si chiuda il buco sugli esodati”. Infine sui tagli imposti dal governo Monti in Cdm: “Noi non ci mettiamo certo di traverso ma si deve fare un’operazione seria e in profondità , senza illuderei che in quattro e quattr’otto si abbiano i risultati. Occorrono investimenti seri e immediati e liquidità per le piccole imprese”.