Grande soddisfazione ha espresso il sindaco di Porto Empedocle, Lillo Firetto nell’apprendere della mozione approvata al Senato, relativa al grido d’allarme lanciato da tanti Comuni in relazione ai rischi di sforamento del Patto di Stabilità per il computo delle spese d’investimenti. Era stato proprio il sindaco Firetto nei giorni scorsi ha lanciare la proposta di modifica al Patto di Stabilità in modo da escludere le somme per investimenti dei Comuni dal Patto stesso. La proposta di Firetto, fatta propria dal capogruppo Udc al Senato, Gianpiero D’Alia (che ne è stato il primo firmatario assieme ad altri otto senatori, Serra, Fistarol,Giai,Gustavino, Galioto, Musso, Sbarbati e Vizzini) dopo l’approvazione avvenuta nelle ultime ore, impegna il Governo “a prevedere strumenti che, nel rispetto dei limiti di bilancio e nell’ottica di allentare la stretta del patto di Stabilità, possano creare finalmente le condizioni per la ripresa degli investimenti promossi dagli Enti Locali; garantire misure che,in un’ottica di spending review e nel rispetto del necessario rigore di bilancio, siano in gradi di individuare e limitare la spesa pubblica improduttiva degli Enti Locali, nonché procedere al taglio dei costi delle attività non necessarie per l’efficienza della macchina amministrativa e dei servizi pubblici locali; intervenire in maniera non frammentaria nelle disposizioni normative, in modo tale da permettere una programmazione efficiente degli Enti Locali in tempi e garantire la certezza delle regole; introdurre misure normative e procedure chiare volte a rendere più efficaci gli investimenti attraverso il meccanismo del Project Finance, anche prevedendo agevolazioni per coloro i quali ritengono necessario ricorrere a tale strumento; prevedere interventi legislativi in grado di snellire gli adempimenti burocratici e la tempistica necessari all’autorizzazione di investimenti sui territori degli Enti Locali; emanare direttive in tema di contabilità degli Enti locali orientate a rendere obbligatoria l’adozione del bilancio consolidato negli enti locali per evitare che si scarichino sulle partecipate i debiti degli enti stessi; prevedere meccanismi premianti per gli enti più virtuosi basati non solo sull’efficienza della spesa, quanto anche sull’efficacia dei servizi pubblici offerti ai cittadini”.