Bufera sul governo di Raffaele Lombardo. Il suo vice, il prefetto Giosuè Marino, si è dimesso riconsegnando la delega all’Energia in disaccordo con l’ingresso in giunta di due assessori politici. Una decisione inaspettata dal capo dell’esecutivo regionale. Pur consapevole da qualche giorno delle intenzioni di Marino, Lombardo ha appreso la decisione del prefetto mentre si trovava a Roma per impegni istituzionali.

Il presidente ha contattato subito i suoi fedelissimi e alcuni esponenti della maggioranza, compresi alcuni dirigenti del Pd, per tentare di trovare il bandolo della matassa. Intanto circola con insistenza la voce della sostituzione dell’assessore all’Agricoltura Elio D’Antrassi con lo storico dirigente del Pci ed ex sindaco di Vittoria (Rg) Francesco Aiello. E dopo Marino altri tre assessori tecnici, in quota Pd, domani potrebbero lasciare la giunta: Pier Carmelo Russo, Marco Venturi e Mario Centorrino.

Il gruppo parlamentare dei democratici si riunirà per valutare la situazione politica alla luce della scelta di Lombardo di cooptare nell’esecutivo, formato da tecnici anche se di area, due dirigenti di partito: il deputato regionale Alessandro Aricò (Fli), sconfitto nella corsa a sindaco di Palermo, e Giuseppe Spampinato dell’Api di Rutelli. L’incontro di domani molto probabilmente sarà preceduto da colloqui e incontri che si terranno stasera.

A molti dirigenti dei democratici non è piaciuta la tempistica di Lombardo che ha proceduto alle nomine all’indomani dell’assemblea regionale del Pd convocata per la sfiducia al segretario Giuseppe Lupo, rimasto alla guida del partito (la mozione di sfiducia è stata ritirata) e fautore delle larghe intese per le prossime regionali, ma a partire dal centrosinistra.

L’opposizione (Pdl, Pid e Grande sud) oggi in Assemblea regionale ha chiesto al governatore di presentarsi in aula per spiegare qual è la sua nuova maggioranza, in un clima politico confuso e sempre più precario. Nei giorni scorsi Lombardo ha annunciato che si dimetterà il 28 luglio (si voterebbe quindi a ottobre), ma l’opposizione lo incalza perchè lasci subito per andare al voto tra luglio e agosto. Pdl e Pid hanno depositato da mesi una mozione di sfiducia che l’Udc, passata all’opposizione da qualche settimana, è disponibile a sostenere. In alternativa, sempre dalla minoranza è partita la proposta di dimissioni in massa dall’Ars: servono 46 ‘kamikazè (su 90), come li ha definiti il presidente dell’Ars Francesco Cascio (Pdl). L’ex capogruppo del Mpa all’Ars, Francesco Musotto, le proprie dimissioni intanto le ha depositate da un notaio.

“Sono entrato a far parte della giunta di governo regionale in ragione del ruolo dichiaratamente ‘tecnicò dei suoi componenti – dice il prefetto Marino – è nei fatti tuttavia una sempre più marcata, progressiva connotazione politica dell’esecutivo regionale, confermata dalle recentissime scelte, nel contesto di un confronto politico destinato a diventare ancora più serrato in vista delle consultazioni elettorali di ottobre”. Tra i possibili sostituti circola il nome proprio di Aiello.

“Il nuovo governo? È un bel governo monocolore, vecchio stampo”, commenta l’autonomista Lino Leanza, spesso coscienza critica di Lombardo.