Non è semplice capire che ne sarà, alla fine dell’esperienza del governo Monti, del sistema dei partiti conosciuto in questi anni. Ad apparire in crisi, secondo l’indagine realizzata per Famiglia Cristiana dall’Istituto Demopolis, è la legittimazione stessa della classe politica.

La crescente insofferenza degli italiani verso i partiti che hanno governato il Paese negli ultimi anni sta determinando un netto incremento dell’astensione (oggi al 30%) e, nel contempo, la crescita esponenziale del Movimento 5 Stelle che, di fronte all’assenza di concreti e percepibili segnali di rinnovamento da parte dei partiti tradizionali, diviene oggi, virtualmente, la terza forza politica nel Paese.

Chi voterebbe oggi il Movimento 5 Stelle attribuisce la propria scelta all’esigenza di contribuire ad un radicale cambiamento della classe politica; i due terzi degli elettori attribuiscono la scelta all’insofferenza verso chi ha governato il Paese negli ultimi anni; il 42% afferma di non sentirsi più rappresentato dal partito votato in passato. Appena il 15% motiva la propria scelta in base al programma, conosciuto solo da una minoranza dei potenziali elettori.

Il Movimento di Grillo ha il suo bacino più forte nell’elettorato sotto i 50 anni, ottiene consensi superiori alla media nelle regioni del Centro Nord, tra i laureati e soprattutto tra i navigatori abituali della Rete.

Riusciranno le forze politiche a recuperare credibilità agli occhi dall’opinione pubblica? Condizione imprescindibile, ribadita dall’83% dei cittadini intervistati da Demopolis, è quella di un radicale rinnovamento delle classi dirigenti, di una sostanziale riduzione dei costi della politica; i due terzi chiedono anche una nuova legge elettorale, che restituisca la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento.