L’economia siciliana è ormai travolta da una crisi senza precedenti. Lo stipendificio “Regione Siciliana” è al collasso. Si stima che nel 2013 saranno circa 80.000 i siciliani che perderanno il posto di lavoro in diversi settori dell’economia. Il tasso di disoccupazione raggiungerà livelli prossimi a quelli degli anni 70.

Le produzioni dell’isola subiscono sempre più la concorrenza spietata di paesi che esportano a costi decisamente più bassi. Gli ormai pochi siti industriali presenti sono scomparsi o prossimi alla chiusura: Termini Imerese, STM a Catania, Petrolchimico di Gela, Raffinerie di Priolo Gargallo etcc., mentre il turismo rappresenta ancora oggi una leva di crescita poco sfruttata e non sufficiente ad assorbire forza lavoro in modo significativo. I carrozzoni creati ad arte da alcuni nostri politicanti senza scrupoli vedono in questo momento centinaia di padri di famiglia senza stipendio da mesi, gli ATO rifiuti, le municipalizzate, il trasporto pubblico urbano, le compagnie di navigazione, gli enti teatrali etc.

Il futuro della nostra gente è in serio pericolo ed è bene dirselo non per creare sfiducia e negatività ma per provare ad avviare una qualche reazione d’orgoglio che faccia della tanto declamata fierezza del popolo siciliano qualcosa di più della mera enunciazione campanilistica.

Molto ironicamente, siamo così fieri che se provassimo a stilare una classifica dei popoli che hanno preso grandi quantità di calci nel sedere saremmo sicuramente tra i primi.

Ma possiamo incassare sempre? Possiamo assistere inermi alla distruzione della nostra speranza di futuro? Possiamo tollerare che moltissime imprese del nostro territorio siano oggi sul baratro vittime della assenza di serie politiche di sviluppo e di una gestione scellerata ed affaristica della cosa pubblica perpetrata da soggetti senza scrupoli? Questa gente ha la faccia più dura della pietra lavica. Vergogna!

Adesso basta! Siamo a poche settimane dal rinnovo della Assemblea Regionale Siciliana e sulle nostre strade, attraversate da tanti siciliani angosciati per l’incertezza di futuro, campeggiano cartelloni e manifesti di propaganda politica con frasi come: “Il coraggio di guardarti negli occhi”, un “siciliano vero”, “liberi e forti”, e l’uso smodato di verbi: cambiare, sognare, provare …. Tanta gente che si pone al nostro servizio, perlopiù “disinteressatamente”. Noi non possiamo più permetterci di sbagliare. E allora? Allora cerchiamo di scegliere bene se ne abbiamo l’opportunità oppure, abbandoniamo chi non merita al suo ignobile destino. Per il nostro territorio dovremmo scegliere solo persone capaci, che ci convincano con un concreto programma che abbia, almeno per il nostro territorio, un fondamentale punto: il rilancio ed il sostegno della agricoltura. Tutto il resto per noi ha una importanza certamente secondaria. Possiamo farcela solo se da oggi in poi chi si candida a governarci ci dimostra capacità tecnica e una visione d’insieme che metta la tutela e la promozione delle nostre produzioni agricole al primo posto del suo agire. Se non ci convinceranno mandiamoli tutti a casa. Solo l’agricoltura può darci la via per un rilancio del nostro tessuto economico. Qui tutti dovremmo considerarci agricoltori e sappiamo che la speranza di farcela passa da questa fondamentale risorsa. Non possiamo affidare il futuro nostro e dei nostri figli a gente che ha già dato prova di incapacità in tanti anni di vita politica e che poco o nulla ha fatto per tutelare il nostro territorio e la nostra gente.

Se in passato sono state fatte scelte sbagliate non significa che dobbiamo continuare a sbagliare. No, non ce lo possiamo permettere.

di Vincenzo Racalbuto