Rosario Crocetta con oltre il 30 per cento del suffragio è il nuovo presidente della Regione Siciliana. Sei i punti percentuali di distacco con il candidato del Centrodestra Nello Musumeci che ha pagato sicuramente le ultime battaglie all’interno del Pdl. Crocetta già prima delle 17 di oggi ha capito di avercela fatta. Un fatto storico tra l’altro visto che in Sicilia mai aveva vinto un uomo della sinistra. Il problema che si presenta al neo Governatore è quello della maggioranza. Arriva a 40 deputati, ma per avere la maggioranza assoluta di deputati ne occorrono 46. Da escludere una maggioranza con i grillini, l’unico interlocutore per Crocetta è l’Mpa che si presenta assieme a Grande Sud con una squadra di 14 deputati. Terzo è arrivato il candidato dei grillini Cancelleri, mentre al quarto posto Micciché di Grande Sud. Staccatissimi gli altri pretendenti. Rimangono fuori dagli scranni di sala D’Ercole Idv Lista Di Pietro e Sel.
Ad Agrigento scattano sette seggi. All’Ars entra per Cantiere Popolare Pid Salvatore Cascio che ha ottenuto 5308, per Grande Sud entra Michele Cimino che ha ottenuto 5991, nel Pdl la spunta Vincenzo Fontana che ha ottenuto 5.579, per il Movimento Cinque Stelle Matteo Mangiacavallo che ha ottenuto 2.997, per l’Mpa Giovanni Di Mauro, 7.754 voti, per il Pd Giovanni Panepinto con 6235, per l’Udc Lillo Firretto sindaco di Porto Empedocle con 11.420.
A Caltanisetta scattano 4 seggi. Per il Movimento Cinque Stelle sbanca Giancarlo Cancelleri con 5.593 voti, per l’Mpa Pino Federico, l’ex presidente della Provincia con 4448 voti, per il Pd Giuseppe Arancio con 5297 voti, per l’Udc Gianluca Miccichè con 3437 voti.
A Catania scattano 17 seggi. Uno per Cantiere Popolare dove risulta vincente Valeria Sudano con 6322 voti nipote di Mimmo Sudano storico esponente democristiano del capoluogo etneo. Tre seggi per il Pdl che premia Salvo Pogliese con 11.931 voti, seguito da Nino D’Asaro con 8634 voti e da Marco Falcone con 8417 voti. Tre deputati del Movimento Cinque stelle che porta all’Ars Giancarlo Cancelleri con 9.799 voti con Angela Foti 5506 e Francesco Cappello con 2531 voti. Crocetta presidente un seggio il più votato è Gianfranco Vullo con 2191 voti. Uno lista Nello Musumeci ed è Nello Musumeci che prenderà il seggio come secondo candidato presidente e cederà il suo posto a Gino Ioppolo che ha ottenuto 3531 voti. Tre seggi per il partito dei Siciliani che porta all’Ars il capogruppo uscente dell’Mpa Nicola D’Agostino con 13.601 voti seguito dal figlio dell’ex governatore Raffaele Lombardo Toti con 9633 voti e Dino Fiorenza con 6221 voti. Due seggi per il Pd riconferma Concetta Raia con 9736 voti e secondo Anthony Barabagallo con 9694 voti. Tre deputati per l’Udc la spunta Luca Sammartino con 12.567 voti, Lino Leanza con 10858 voti che molto probabilmente rinuncerà perchè eletto nel listino dando spazio a Marco Forzese con 8258 voti e ce la fa Pippo Nicotra con 5385 voti.
• Movimento Cinque Stelle
• Ultime notizie su Grillo Leggile ora su Repubblica!
• repubblica.it/politica
• Passito di Pantelleria
• Dai vigneti di Pantelleria nasce il Passito DOC Cantine Pellegrino
• www.carlopellegrino.it
• elezioni regionali
• notizie dal: elezioni regionali
• idealista.it/news
•
Ad Enna scattano tre seggi. Per Grande Sud entra all’Ars Annunziata Lantieri con 3485 voti, Movimento Cinque Stelle Antonio Venturino, con 2763 voti, per il Pd Mario Alloro segreterio provinciale di Enna, uomo di Wladimiro Crisafulli con 5878 voti.
Messina scattano undici seggi, per Grande Sud Bernadette Grasso sindaco di Rocca di Caprileone, che ha ottenuto 4645 voti due Pdl Santi Formica con 9850 voti e Nino Germanà che ha ottenuto con 8502 voti. Resta fuori l’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca con 7776, per il Movimento Cinque Stelle che premia il candidato della provincia di Messina Valentina Zafarana con 2232 voti, un seggio per la lista Crocetta ce la fa Marcello Greco con 3029 voti, per Nello Musumeci presidente viene eletto Carmelo Currenti con 3467 voti che ha appena abbandonato Fli riuscendo a superare nella sfida personale con il padrino politico Carmelo Briguglio che invece resta fuori dall’Ars, per il partito dei Siciliani entra all’Ars Giuseppe Picciolo che ha lasciato il Pd per schierarsi con il partito di Pistorio ha ottenuto 8389 voti. Tre seggi per il Pd con Franco Rinaldi il più votato con 18.664 voti di preferenza, l’ex sindaco di Brolo Giuseppe Laccoto con 8993 voti e terzo l’ex segretario della Cgil Filippo Panarello con 5182 voti. Un seggio all’Udc con Giovanni Ardizzone che totalizza 8010 voti di preferenza
A Palermo scattano 20 seggi. Due seggi al Cantiere Popolare che consentono a Toto Cordaro con 9259 voti di tornare all’Ars e Roberto Clemente che con 7267 voti supera di 137 voti Marianna Caronia esclusa dall’assemblea. Due seggi scattano per Miccichè. Entrano all’Ars Riccardo Savona con 8009 ed Edy Tamajo con 5107 voti. Tre seggi per il Pdl. Ciccio Cascio presidente dell’Ars è il primo degli eletti con 12.395 voti, poi Francesco Scoma con 8559 voti e Salvino Caputo con 5730 preferenze. Ben quattro poltrone dell’Ars al movimento Cinque Stelle. Il più votato è Giancarlo Cancelleri che potrà scegliere tra il seggi di Caltanissetta e Palermo, seconda con 4095 voti Claudia La Rocca, terzo Salvatore Siragusa con 3275, quarto Giorgio Ciaccio con 3015 voti. Per la lista Crocetta la spunta il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto con 3148 voti. Per la lista Nello Musumeci presidente ce la fa Salvatore Lo Giudice con 8575 voti. Per il partito dei Siciliani entrano all’Ars Enzo Figuccia, figlio del consigliere comunale Angelo Figuccia con 7433 voti e Giovanni Greco con 4390, resta fuori Tony Rizzotto con 3921 voti. Tre seggi anche per il Pd che elegge il segretario regionale Giuseppe Lupo con 8715 voti, il capogruppo all’Ars Antonello Cracolici con 8429 voti e il candidato indipendente già vincitore delle primarie di marzo Fabrizio Ferrandelli 7906 voti. Due deputati all’Udc con Nino Dina che rastella 10.229 voti bissando di fatto il secondo eletto Totò Lentini con 5304. Resta fuori Tommaso Gargano superato per meno di 100 voti.
A Ragusa scattano cinque seggi. Per il Pdl viene eletto Giorgio Assenza con 4494 prteferenze, per il Movimento Cinque Stelle ce la fa Vanessa Ferreri, 3407 voti, lista Crocetta, Nello Di Pasquale il sindaco di Ragusa fino a qualche mese fa con 7754, per il Pd Giuseppe Di Giacomo ex sindaco di Comiso deputato uscente con 4698 preferenze, per l’Udc Orazio Ragusa 4412 voti.
A Siracusa scattano sei seggi. Per il Pdl viene eletto Enzo Vinciullo con 7780 voti, per il movimento Cinque Stelle, Stefano Zito con 6347 voti, per la Lista Crocetta, Giambattista Coltraro con 4124 voti, per l’Mpa ce la fa Giuseppe Gennuso con 8753 voti di preferenza, per il Pd Bruno Marziano ex presidente della Provincia con 5657 voti, l’Udc all’Ars Pippo Sorbello con 7361 voti.
Trapani scattano sette seggi. Per il Pdl Mimmo Fazio ex presidente della Provincia con 6283 voti, due seggi al movimento Cinque Stelle che porta all’Ars Valentina Palmeri con 6852 voti distanziata di misura da Sergio Troisi con 2901 voti, per la lista Musumeci riesce a farcela con 6639 voti Paolo Ruggirello, per il Partito dei Siciliani elegge Giovanni Lo Sciuto ex assessore regionale con 6119 voti, per il Pd Baldo Gucciardo con 7982 voti, e l’Udc Mimmo Turano con 6106 voti.
Mai così male in Sicilia: nessuno si aspettava che un centrodestra diviso potesse rievocare i fasti del 2001, quando alle politiche Berlusconi e i suoi alleati ottennero tutti i 61 seggi del maggioritario; ma i numeri di Nello Musumeci (Pdl, Pid e lista intestata al candidato presidente) oscillano intorno al 23%, poca cosa rispetto alle regionali di 4 anni fa, quando la coalizione che comprendeva anche Mpa e Udc spinse con il suo 66,6% Raffaele Lombardo a palazzo d’Orleans.
Oggi il partito guidato da Angelino Alfano crolla letteralmente, passando dal 33,5% del 2008 a circa il 12% di oggi, scivolato in terza posizione dopo Movimento 5 Stelle e Pd. E pensare che in Sicilia, da quasi vent’anni, il partito di Berlusconi era sempre stato sul gradino più alto del podio. Sembra scolorire il ricordo delle “nozze” che Berlusconi celebrò con i siciliani nel ’94, riempiendo a Palermo il capannone più grande della Fiera del Mediterraneo con circa 10 mila persone arrivate da tutta l’Isola.
Nel ’96 Forza Italia portò alla presidenza della Regione siciliana Giuseppe Provenzano, in una tormentata legislatura che si concluse con un “ribaltone” e l’arrivo a palazzo d’Orleans dell’unico presidente non democristiano nella storia dell’autonomia siciliana, il diessino Angelo Capodicasa. Ma alle prime elezioni dirette, nel 2001, il centrodestra tornò a vincere con Salvatore Cuffaro, che ottenne il 59% battendo Leoluca Orlando fermo al 37%. Cuffaro si ripetè nel 2006 sconfiggendo con il 53% Rita Borsellino. Due anni dopo Lombardo fece ancora meglio con il suo 65,35%, più del doppio rispetto ad Anna Finocchiaro che dovette accontentarsi del 30%.
Ma i numeri di oggi sono impietosi: qualora si mettano insieme le percentuali della coalizione di Musumeci e quelle dei partiti che appoggiano Gianfranco Miccichè, cioè Fli, Grande Sud e Pds (l’ex Mpa di Lombardo), il risultato supera di poco il 40%. Senza contare che i finiani rimarranno fuori dall’Assemblea siciliana perchè la lista non supera la soglia di sbarramento del 5%.
Probabilmente il centrodestra paga la mancata alleanza con l’Udc, ora con Crocetta, che in questa tornata ha superato il 10% nonostante la recente scissione del partito di Casini che ha portato alla costituzione del Pid guidato da Saverio Romano, ex ministro alle Politiche agricole dell’ultimo governo Berlusconi. Il Pid, apparentato con Musumeci, è vicino al 6%, a dimostrazione che per i centristi, dall’era Cuffaro ad oggi, uniti o divisi, i numeri non cambiano mai: erano intorno al 15%
dieci anni fa e lo sono ancora.
Un “nuovo duro colpo a Berlusconi”. Così la stampa internazionale punta i riflettori sui risultati delle elezioni in Sicilia sottolineando l’ascesa del Movimento 5 Stelle e la storica debacle del Pdl. Un voto, osservano i media esteri, che aggiunge ulteriore incertezza al panorama politico italiano.
Oltremanica “le elezioni in Sicilia assestano un nuovo colpo a Berlusconi” titola la BBC, mentre “Il voto in Sicilia scuote l’Italia” è il titolo del FINANCIAL TIMES che, soffermandosi sul M5S, evidenzia come “un nuovo partito anti-establishment guidato da un comico si sia imposto come una forza politica credibile dopo aver cavalcato l’ondata di rabbia contro i partiti tradizionali e l’austerità del governo”.
Il voto in Sicilia, osserva il Ft, “spingerà nei mercati finanziari le preoccupazioni sulla stabilità politica italiana e sull’ eventualità che dalle elezioni generali del prossimo anno non emerga un chiaro vincitore”. Mentre “la povera performance del partito di Berlusconi danneggia soprattutto Angelino Alfano”, visto come “moderato pro-europeo” e già “colpito” dalle recenti dichiarazioni dell’ex premier.
“La Sicilia pronta per il primo governatore gay” è invece il titolo del GUARDIAN che descrive Rosario Crocetta come “un politico che si è fatto un nome scendendo in campo contro la mafia”. In Francia “Elezioni regionali in Sicilia, la sinistra in testa”, titola LE MONDE evidenziando “l’impressionante>> percentuale del M5S e un voto che <
“Il partito di Berlusconi non segue più il suo leader” è invece il titolo de LE FIGARO che, soffermandosi sul Pdl, osserva come “malgrado la collera di Berlusconi la maggioranza dei dirigenti del Pdl voglia che Monti continui a gestire l’Italia fino alle legislative”, mentre il voto in Sicilia, con “l’astensionismo record e la forte affermazione di una lista anti-sistema, non aggiungerà certo un elemento di stabilità al paesaggio politico italiano”.
Per LIBERATION quella in Sicilia “è una sconfitta storica per il partito di Berlusconi”, mentre LE NOUVEL OBSERVATEUR titola: “Elezioni in Sicila, un nuovo duro colpo per Berlusconi”. In Germania “La Sicilia diventa un chiodo per la bara di Silvio Berlusconi”, è il titolo del DIE WELT che descrive l’esito del voto come “la metafora” della “fine di un’era, con il Pdl in caduta libera”.
“Dai siciliani poco interesse per le elezioni”, osserva invece TAGESSCHAU, descrivendo il risultato come “una tendenza per le elezioni della prossima primavera”. In Spagna EL MUNDO sottolinea “la vittoria della sinistra”, la “battuta d’arresto” per il Pdl e “l’ascesa” del M5S dovuta al ‘carisma’ di Beppe Grillo. EL PAIS titola: “La Sicilia misura alle urne il rifiuto della politica”.
Negli Usa, infine, “I partiti di protesta vanno bene nelle elezioni in Sicilia: l’affluenza cala bruscamente”, titolano FOX NEWS e il WASHINGTON POST. Per l’HUFFINGTON POST il voto regionale “fornisce un test chiave per le elezioni nazionali”.