“Un scopertura della pianta organica prevista del 50%, con grave rischio per la funzionalità del servizio”. È l’allarme lanciato dall’Associazione nazionale magistrati di Agrigento, che esprime “preoccupazione per la grave situazione” in un “Tribunale che costituisce un presidio di confine dello Stato. A fronte della pressione determinata dall’ emergenza Lampedusa e della particolarissima situazione giudiziaria determinata dalla tradizionale forza del crimine organizzato di stampo mafioso nell’area – si legge nel documento dell’Anm di Agrigento – in funzione di esigenze di contrasto che hanno visto il netto rafforzamento degli altri presidi dello Stato, ma non della magistratura con una chiara ed anomala incongruenza, evidenziamo la prossima scopertura della pianta organica del Tribunale in ragione di una percentuale nell’ordine del 50%, con grave rischio per la stessa funzionalità del servizio. Considerazioni analoghe vengono formulate anche per l’ordine requirente a fronte del prossimo trasferimento di numerosi colleghi della Procura della Repubblica”. L’Anm sottolinea come “in altre sedi i magistrati che trattano talune materie siano oggetto di misure di sicurezza ben diverse da quelle rese disponibili ad Agrigento, e ciò a parità di materie trattate e di delicatezza dei procedimenti” con “profili di chiara anomalia. La magistratura agrigentina – conclude il documento dell’Anm – pur consapevole della difficile situazione in cui versa la magistratura italiana nel suo complesso, chiede dunque l’adozione di tutte le necessarie misure a garanzia del permanere della funzionalità degli Uffici della Procura della Repubblica e del Tribunale, anche nel segno di uno spirito di piena solidarietà e collaborazione tra Uffici che dovrebbe comunque improntare il rapporto di colleganza nel servizio giustizia”.