Questa frase ricorda vagamente un passo del confesso, ma i effetti sarà il titolo di questa nuova rubrica. Gli articoli che troverete di tanto in tanto pubblicati in questo spazio, sono dei pensieri che esterniamo ad alta voce e sono stati inseriti su “CANICATTIWEB”, una delle più imponenti ed importanti testate giornalistiche online, per dare a molti la possibilità di fermarsi un attimo e riflettere insieme a noi.
L’era moderna è caratterizzata da una serie di fattori che identificano nella società odierna uno dei più strani periodi della storia contemporanea.
Se volessimo fare un sillogismo tra la vita e la musica, potremmo dire che il ciclo vitalizio scorre come una sequenza di note, che esprimono una dolce musicalità, alternata a continue stonature.
Gli ingredienti che compongono questo anomalo cocktail musicale, sono numerosi, di pregio, ma spesso di tono antitetico.
Se ci chiamassero a fare un resoconto di questi duemila e più anni di storia verrebbe da dire:
– L’intelligenza, la capacità, l’impegno, la perseveranza, la caparbietà dell’uomo, gli hanno permesso di costruire realtà abnormi, ma a volte scarsamente proporzionate al proprio status e spesso difficilmente gestibili.
– L’insaziabilità, l’avidità, l’invidia, di questo essere ragionante, solitamente lo portano a distruggere quello che da lui stesso è stato costruito.
– La corsa sfrenata, la lotta continua contro il tempo per il raggiungimento esagerato di determinati obbiettivi e la voglia di acquisire beni importanti, in alcuni casi, comporta la perdita dell’unico grande bene, al quale bisognerebbe puntare; la salute.
– Le ricchezze, gli sprechi, le esagerazioni, il consumismo, presentano l’individuo apparentemente appetibile ed interessante, mentre, spesso, è realmente subdolo e fondamentalmente povero.
– La cordialità, la gentilezza, la dolcezza, sono comportamenti che apparentemente trasmettono belle sensazioni, invece, a volte, celano atteggiamenti qualunquistici e unicamente opportunistici.
– La potenza, l’importanza, la ricchezza, la capacità, presentano alcuni uomini come degli esseri superiori, quando spesso l’unica caratteristica che li contraddistingue, è la cattiveria, la spregiudicatezza e la meschinità.
Una regola della retorica, parla della differenza tra l’uomo e l’animale, rappresentata dall’unica componente, denominata ragione; ma purtroppo la perdita di questa, a volte, porta il soggetto a comportarsi peggio di una bestia.
In questo straordinario “Gioco delle parti”, a primo acchito, potrebbe sembrare, che si stia presentando un quadro pessimistico e cataclismatico della realtà odierna; ma se analizzassimo in maniera profonda ed accurata le riflessioni scritte tra le riga fino ad ora, potremmo tranquillamente affermare, che si sta tentando di dare una visione realistica del mondo che ci circonda.
L’errore più frequente, che si commette è quello di fermarsi all’apparenza, spesso trascurando, o perdendo completamente di vista, quelle che sono le componenti che devono caratterizzare l’essere umano.
Nella maggior parte dei casi, l’uomo è giudicato per quello che “ha” e non per quello che realmente “è”. Infatti, la visione materialistica della vita, oscura quelli che sono i fattori veramente importanti, o forse in questi casi, si potrebbe molto più semplicemente parlare, di quell’infantilismo represso, che porta la gente a fare la solita confusione tra i verbi “essere” ed “avere”.
Ovviamente, fino ad ora, abbiamo vagliato il punto di vista prettamente oggettivo, se analizzassimo anche quello soggettivo, potremmo, tranquillamente, dire che ogni regola ha sempre e comunque le sue eccezioni, benché numericamente basse e di tipologia moto rara.
Purtroppo, visto che gli esseri di qualsiasi specie, sono costretti a coabitare nello stesso habitat, dovrebbero provare ad attenersi ai grandi insegnamenti dettati da quel’Essere Divino, che per aver creato il mondo è stato messo in croce, cercando, appunto, di rispettare i fattori di moderazione, tolleranza, umiltà, bontà ed altruismo, che probabilmente oggi sono completamente accantonati.
Una famosa citazione di un nostro grande ed illustre conterraneo, affettuosamente chiamato Luigi, diceva: “Nessun uomo è un’isola”; quindi a tutti coloro che ancora non hanno deciso di trasferirsi su di un isola deserta, l’unico consiglio che ci sentiamo di dare, è quello di provare ad adeguarsi alla realtà che li circonda, visto che lo spirito di adattabilità, anche alla cose più difficili, è l’unica grande dote che è rimasta, a questo famoso essere definito “animale parlante”.