Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Agrigento, in esecuzione di un decreto d’urgenza emesso dal procuratore capo Renato Di Natale, e dai sostituti procuratori Giacomo Forte e Salvatore Vella, ha effettuato un sequestro preventivo di conti correnti, nonché di documentazione amministrativa e contabile nei confronti degli indagati: l’imprenditore Salvatore Moncada, 50 anni, di Agrigento, il fratello Stefano Moncada, 48 anni, di Agrigento, Girolamo Caruso, 60 anni, di Palermo, e due società la “M&A Rinnovabili srl” con sede ad Aragona di cui è legale rappresentante Salvatore Moncada e la società agricola “Solar farm srl” di cui è legale rappresentante Stefano Moncada. L’ipotesi è di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Perché in concorso fra loro, realizzavano senza la prescritta autorizzazione unica regionale, in contrada Monte Narbone, classificata zona agricola dagli strumenti urbanistici del Comune di Agrigento, un impianto di produzione di energia elettrica, da considerarsi a tutti gli effetti un impianto industriale della portata dio 6,5 MW, mediante la realizzazione di 54 strutture con collocamento di pannelli fotovoltaici con copertura di una estensione di terreno di oltre 100.000 metri quadrati. Realizzavano il predetto impianto tenuto conto che a fronte dell’iniziale progetto Agro-zootecnico relativo all’allevamento di polli e di essenze vegetali aromatiche perenni coltivate in regime di agricoltura biologica con copertura integrate fotovoltaiche e del successivo progetto di variante del 9 luglio del 2010, avente oggetto la realizzazione di un impianto serricolo per la produzione di specie vegetali coltivate in regime di agricoltura biologica con coperture integrate fotovoltaiche in località Monte Narbone, il Comune di Agrigento emetteva provvedimento in data 8 agosto del 2011 con cui comunicava alla “Solar farm srl” il diniego della concessione edilizia.
In totale difformità di tale provvedimento realizzavano a 20 strutture l’ancoraggio con delle fondazioni continue, costituite da una trave rovescia di cemento armato emergente dal piano di campagna in media 50 cm. della larghezza media di circa 90 cm. così da attuare lo sbancamento ed il riporto del terreno fatti per uniformare la quota dell’area sulla quale insistono 54 strutture.
Attuavano in tal modo in considerazione dell’estensione delle opere delle tipologia delle stesse e della mancata salvaguardia della sua utilizzazione agricola, uno stravolgimento dell’assetto del territorio così come previsto dagli strumenti urbanistici. Esercitavano il predetto impianto senza la necessaria autorizzazione unica regionale.
L’impianto industriale sarebbe stato realizzato in una zona sottoposta a vincolo ad alta sismicità senza l’autorizzazione del Genio Civile. Salvatore Moncada, nella sua qualità di legale rappresentante della società “Moncada Energy Group Srl” e della “M&A Rinnovabili srl”, Stefano Moncada, nella qualità di legale rappresentante della “Solar Farm srl”, e Girolamo Caruso, nella qualità di dirigente della società “M&A Rinnovabili srl”, di progettista e direttore dei lavori per la realizzazione dell’impianto di serre a Monte Narbone, con artifici e raggiri, inducendo in tal modo in errore il “GSE s.p.a.” in ordine al riconoscimento ed alla quantificazione della tariffa incentivante, ottenevano indebitamente contributi per l’anno 2010 la somma di 1.532.436,03 euro, per l’anno 2011, la somma di 2.781.682,63 euro, per l’anno 2012 la somma di 4.588.081,07 euro, per l’anno 2013 la somma di 264.840,87 euro, e, così, complessivamente per un ammontare al maggio del 2013 di 9.167.040,60 euro con conseguente corrispondente danno per lo Stato. Segnatamente, Salvatore Moncada formulava, in qualità di legale rappresentante della “M&A Rinnovabili srl” al Comune di Agrigento in data 28 agosto 2008 istanza per l’approvazione delle opere relative al progetto “agro-zootecnico allevamento di polli da carne biologici e di essenze vegetali aromatiche perenni coltivate in regime di agricoltura biologica con coperture integrate fotovoltaiche” e nel richiedere nel relativo procedimento ai funzionari del Comune di Agrigento l’applicazione del D.M. del 19 febbraio 2007, nella rappresentazione del falso presupposto per cui l’impianto non fosse industriale e, in quanto tale, esonerato da verifica di compatibilità ambientale. Salvatore Moncada inoltrata la medesima istanza anche al GSE per il riconoscimento della tariffa incentivante.
Girolamo Caruso attestava falsamente nella perizia giurata del 27 dicembre 2008 che “essendo l’area ad un elevato potenziale di irraggiamento si è realizzata un’idonea schermatura realizzata attraverso pannelli fotovoltaici..”, nonché che “trattandosi di impianto con integrazione architettonica, non è considerato impianto industriale e di conseguenza non è soggetta alla verifica ambientale, e che si trattava di impianto con integrazione architettonica per il quale non era necessaria la verifica ambientale, laddove, invece, si era a tutti gli effetti di fronte ad un impianto industriale.
Ottenevano, in conseguenza di tali condotte, dal Comune di Agrigento il rilascio di concessione edilizia in data 26 marzo 2009 in favore della società “Moncada Energy Group srl” da ritenersi a tutti gli effetti illegittima essendo la stessa rilasciata prima che fosse pubblicato in data 27 marzo 2009 il decreto presidenziale di emanazione del P.E.A.R. Sicilia, il cui articolo 24 attribuiva al Comune la competenza al rilascio del permesso di costruire e, in ogni caso, in assenza di precedente necessaria dichiarazione, ai sensi dell’articolo 20, con cui si attestava che l’impianto per la produzione di energia alternativa fosse compatibile con la valorizzazione delle produzioni agroalimentari locali e la tutela della biodiversità e del patrimonio culturale e del paesaggio rurale.
Salvatore Moncada comunicava in data 7 giugno 2009 a nome della “M&A Rinnovabili srl” agli Assessorati al Territorio e Ambiente e all’Industria di Palermo l’inizio dei lavori con specificazione delle ragioni che giustificavano la procedura semplificata in ragione della applicabilità del P.E.A.R.S.
Tutti realizzavano l’impianto attraverso strutture che, lungi dal possedere i requisiti di una serra, avevano nella sostanza le caratteristiche di strutture strumentali all’esclusiva messa in opera dei pannelli fotovoltaici, come dimostrato dall’assenza di opere di sistemazione idraulica e di corretto drenaggio, dalla assenza della totale copertura delle cosiddette “strutture serricole” con i pannelli, cui conseguiva la prevedibile limitazione del processo fotosintetico delle piante messe a dimora e l’alterazione dei processi fisiologici, tenuto anche conto che la distanza esistente fra una struttura e l’altra era stata attuata in modo da ottenere la massimizzazione della produzione di energia elettrica. Realizzavano le strutture con soluzione di continuità tra i pannelli, cui si collegano effetti di dispersione termica e di ristagno di acqua piovana, tanto è vero che l’effetto congiunto dell’inidoneità dell’ambiente di coltivazione e la carenza di pratiche colturali (con inidonei apprestamento di mezzi e forza lavoro, tanto da attuare una soluzione di continuità nella coltivazione dal luglio del 2012 al marzo del 2013) ha determinato come risultato, in tutto il periodo dalla messa in opera dell’impianto ad oggi, l’esito fallimentare delle colture medesime.
Stefano Moncada formulava al GSE, quale legale rappresentante della “Solar Farm” e nell’interesse della predetta società, individuata quale responsabile dell’impianto, istanza di ammissione alle tariffe incentivanti in data 7 luglio del 2010, quale struttura totalmente integrata.
Tutti ottenevano, in tal modo e sulla scorta di tutti gli artifici sopra rappresentati, valutazione favorevole con provvedimento del 1 ottobre del 2010 emesso dal GSE con l’ammissione agli incentivi nella misura di 0,4220 €/KWh in ragione della ritenuta errata convinzione che si trattava di impianto con integrazione totale regolarmente assentito.
Stefano Moncada, sempre nella sua qualità, stipulava in data 30 novembre 2010 la convenzione e sempre nella sua qualità, ometteva di comunicava al GSE il rigetto della richiesta concessione edilizia in variante da parte del Comune di Agrigento.