140312184731I killer di mafia tornano a sparare a Palermo per colpire Giuseppe Di Giacomo, 47 anni, freddato da colpi di pistola mentre era vicino alla sua Smart in via Eugenio l’Emiro all’angolo con via Corradino di Svevia.

Centinaia di persone affollano il luogo dell’agguato mentre la polizia cerca con fatica di fermare i familiari della vittima che gridano e piangono per la disperazione.


Giuseppe Di Giacomo è fratello di un boss storico del mandamento di Porta Nuova, Giovanni, condannato all’ergastolo per mafia e omicidio, considerato uomo di Pippo Calò. Giovanni Di Giacomo era stato condannato per gli omicidi di Natale Tagliavia, trovato incaprettato il 18 settembre ’81 e di Filippo Ficarra, vittima della lupara bianca nel 1982.

È stato anche condannato per il tentativo di uccisione, nel carcere Ucciardone, del boss Gerlando Alberti “paccarè”, un esponente della vecchia guardia condannato a morte dalle cosche emergenti. Il suo nome, dopo le dichiarazioni del pentito Francesco Marino Mannoia, entrò anche nelle indagini per l’omicidio di Sebastiano Bosio, primario di chirurgia cardiovascolare del Civico di Palermo, ucciso nel 1981.

La vittima era stata arrestata nell’ambito dell’operazione Perseo ma venne assolta perché le intercettazioni che lo riguardavano furono dichiarate inutilizzabili per un vizio di forma. Secondo gli inquirenti Di Giacomo stava tentando di affermarsi come referente del clan di Porta Nuova. L’omicidio di classico stampo mafioso preoccupa molto gli investigatori. Sul luogo del delitto si sono recati il pm di turno, Francesco Grassi, i sostituti Caterina Malagoli e Sergio Demontis e l’aggiunto Leonardo Agueci.