detenuti-carcereUn detenuto del carcere di Bicocca ha inviato una accorata lettera al segretario nazionale Codacons, Francesco Tanasi, denunciando come la propria banca, presso la quale aveva acceso un regolare mutuo, abbia messo all’asta e successivamente venduto la sua abitazione senza fornire adeguate informazioni all’uomo e, soprattutto, vendendola a un prezzo irrisorio.

“Chi le scrive è un detenuto presso il carcere di Bicocca che nel corso degli anni ha perso tutto, famiglia, affetti e casa – si legge nella toccante lettera di M. V. – prima di essere arrestato avevo contratto un mutuo con la Banca, pagando una rata mensile di 400 euro, con puntualità e serietà”.

“Dopo circa 2 anni di carcerazione, essendo stato abbandonato dalla convivente, non riuscendo ad onorare le scadenze delle rata, la banca erogante il mutuo provvedeva a vendere il debito ad una società e quest’ultima metteva all’asta il mio immobile che è stato aggiudicato per una cifra irrisoria – continua – come potevo, essendo in carcere, onorare gli impegni precedentemente assunti con la banca? Come potevo tentare di partecipare all’asta della mia casa, unico bene per cui ho sputato l’anima negli ultimi 20 anni? Nella mia vita ho sbagliato e ancora oggi sto pagando il mio debito con le leggi dello Stato Italiano, quello stesso Stato che consente ad una banca di togliere a un individuo – in sua forzata assenza – il sangue dalle vene e forse anche la dignità”.

“Il Codacons – afferma l’avvocato Giovanni Petrone – accogliendo l’appello del detenuto, ha deciso di vederci chiaro, e presenterà un esposto alla Procura della Repubblica, affinché sia accertato l’episodio e verificato il rispetto delle procedure e delle dovute garanzie nella vendita dell’immobile”.