1243420195071_giudici_popolariUn debito di quasi 100 mila euro abbattuto del 40% con il pagamento del dovuto in 120 rate per evitare alla famiglia di fallire dopo che la moglie ha perso il posto di lavoro. E’ la decisione della sesta sezione civile del tribunale di Catania, presieduta da Marisa Acagnino, che ieri ha omologato un decreto di ‘piano volontario di ristrutturazione del debito’ a una famiglia. La decisione è stata adottata in applicazione della legge 3 del 2012 sul sovra indebitamento.

Il ricorrente è stato sostenuto dalle associazioni ‘I diritti del debitore’ e Federconsumatori. Lo stesso giudice ha omologato oggi un analogo provvedimento per un’altra famiglia che ha perso un reddito dopo che la moglie ha dovuto lasciare per motivi di salute.

“Sono molte le richieste e i decreti pronti per l’applicazione – spiega il giudice Acagnino, a un passo l’anno scorso dalla candidatura alla poltrona di sindaco di Catania -; per la maggior parte sono nuclei familiari che hanno perduto un reddito o che sono senza più lavoro ai quali bisogna continuare a garantire un tenore di vita dignitoso. In questo caso il pagamento del credito è garantito dallo stipendio del marito che avrà un prelievo diretto in busta paga”.

Il piano di rientro familiare, per evitare il fallimento così come vale per le imprese e il commercio, deve essere sostenibile e deve essere parametrato agli introiti e ai debiti contratti, e permettere alla famiglia di continuare a vivere. L’identikit tipo del ricorrente è una famiglia con lavoro dipendente che perde un reddito e che ha debiti con finanziarie o banche, per mutui o acquisti di elettrodomestici, telefonini, computer, auto e altro. Alcuni provano a fare fronte all’emergenza del ‘bilancio domesticò con il ricorso a ulteriori prestiti, rischiando di diventare insolventi. I creditori non possono opporsi alla decisione del tribunale, mentre restano al 100% i debiti contratti per pagare voci come Iva e contributi previdenziali.