Diventano due i casi di meningite tra i profughi sbarcati nelle ultime settimane sulle coste agrigentine. Al primo, accertato immediatamente, un ventenne del Mali ospite di villa Sikania a Siculiana, se n’e’ aggiunto un secondo caso. Si tratta di una donna dell’Africa subsahariana soccorsa tra domenica e lunedì scorsi in uno dei barconi soccorsi nel Canale di Sicilia, e trasferita insieme ad un folto gruppo di compagni, all’interno del Centro di accoglienza di contrada Imbriacola a Lampedusa. Al momento dell’approdo alla donna sarebbe stata diagnosticata febbre altissima, inizialmente collegata al viaggio in mare e alle precarie condizioni igieniche. Da li a poco però il quadro clinico si è fatto più serio, così si è deciso per l’immediato trasferimento in elisoccorso in un centro per malattie infettive di una struttura sanitaria palermitana. L’immigrata si trova attualmente ricoverata ed è tenuta costantemente in osservazione. Le autorità della provincia agrigentina sono state prontamente avvertite e sono scattate le operazioni di profilassi antibiotica alle forze dell’ordine e ai volontari che hanno operato, e che, quindi, sarebbero stati a contatto con l’immigrata, per evitare un eventuale contagio. Due giorni dopo il Centro di Lampedusa è stato svuotato e i locali interessati da un’accurata disinfestazione. Un’ala della struttura di accoglienza è stata già riaperta.