amore-maniLa festa di San Valentino, più comunemente nota come festa degli innamorati, che, come da tutti risaputo, ricorre  il 14 febbraio di ogni anno, conosciuta e  festeggiata in ogni parte del mondo, ha origini molto remote nel tempo  tanto che pare possa farsi risalire al secondo secolo d.c. epoca in cui visse ed operò San Valentino, vescovo di Terni e martire della Chiesa.
Molto verosimilmente la festa rappresenta il tentativo della Chiesa primitiva di porre termine ad un popolare rito pagano, praticato nell’antica Roma sin dal quarto secolo a.c.,con il quale si rendeva omaggio alla fertilità ed al suo dio Luperculus.
La singolarità del rito consisteva nel fatto che, secondo la mentalità dei pagani,per assicurare la continuità della specie umana,veniva annualmente sorteggiata, attraverso l’estrazione ad opera di   un bambino da una apposita urna, una coppia di nomi,relativi ad un maschio e ad una femmina,che per un anno dovevano vivere in intimità  rendendo omaggio in tal modo sia alla fertilità che al suo dio protettore luperculo.
Per sostituire questa vecchia usanza ritenuta immorale dai Padri della chiesa del tempo venne individuato in San Valentino, vescovo di Interamma, l’odierna Terni,martirizzato nel 273 d.c. ad opera dell’imperatore Claudio il Gotico a seguito del rifiuto del santo di abiurare alla sua Fede cristiana e  scelto per le sue doti di grande taumaturgico che operava miracoli per le coppie diremmo oggi”in crisi”  che riusciva a riappacificare unendole spesso in matrimonio.
In proposito esistono molte leggende delle quali per brevità di spazio ne vengono riportate soltanto alcune che ritengo molto significative.
La prima vuole che mentre san Valentino si trovava in prigione in attesa della esecuzione capitale si sia innamorato ,riamato, della figlia cieca del guardiano, Asterius; il santo restituì miracolosamente la vista alla giovane lasciandole,prima della lapidazione e successiva decapitazione,un messaggio d’addio firmandosi”dal vostro Valentino”frase che sopravvisse al suo autore e di cui si dirà più avanti.
Curiosa è l’altra leggenda di origine statunitense nella quale si narra la storia di due giovani ai quali il santo,sentendoli bisticciare oltre la siepe del suo coltivatissimo giardino, offrì una bellissima rosa raccomando loro di stringerne con le loro mani il gambo con molta cautela per non pungersi e questo piccolo gesto pare abbia avuto il magico potere di farli riappacificare al punto da far avanzare dagli stessi la richiesta a san Valentino di unirli in matrimonio.
Una diversa versione di questa storia d’amore narra che il Santo fosse riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare attorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci gesti d’affetto e da qui pare che abbia preso corpo il termine “piccioncini” tanto usato ai nostri giorni per definire due giovani che si vogliono bene e si amano.
Dal messaggio d’addio sopra citato in seguito è scaturita l’usanza di scambiarsi il 14 febbraio bigliettini amorosi, le famose”valentine”a forma di cuoricini e/o di colombi la cui commercializzazione  su vasta scala ebbe inizio nel mondo anglo-sassone agli inizi del XIX^ secolo raggiungendo una dimensione tanto ampia da collocare tale ricorrenza,per numero di biglietti acquistati e spediti,al secondo posto della classifica mondiale,dopo il Natale.
In proposito sembra che la più antica “ valentina”, della quale è rimasta traccia e risalente al XV^ secolo, sia stata scritta da Carlo d’Orleans, all’epoca  rinchiuso nella Torre di Londra dopo la sconfitta nella battaglia di Agincourt, alla moglie con le seguenti parole:Je suis desja d’amour tannè ma tre douce Valentinèe.
Oggigiorno, pur continuando a mantenere il fascino di una volta,la festa ha perso molto del suo romanticismo iniziale assumendo sempre più una connotazione consumistica che spesso comporta tanto spreco di denaro senza alcun costrutto tanto che la stessa Chiesa,allorquando ha fatto la cernita di molti santi, ha eliminato il nome del santo che a volte non compare più  in molti calendari.
S. Curcio