Quali scenari starebbero spianando il terreno all’avanzata populista della Lega Nord di Matteo Salvini in Sicilia? Il sostanziale fallimento delle politiche nazionali sull’immigrazione, unito a una discutibile perfomance dei nuovi amministratori “rivoluzionari”, ha creato i presupposti per instaurare un clima di tensione razziale e paure talvolta fomentate; favorendo così l’ascesa di consensi per i movimenti dell’estrema destra demagogica.
La Sicilia dei “terroni” potrebbe presto divenire una riserva di voti per la Lega. Per taluni apparirà paradossale che una fazione politica anti-meridionale per eccellenza, ricerchi adesso il sostegno elettorale proprio nel profondo Sud; eppure c’è un senso logico in tutto questo. Le ultime elezioni siciliane hanno sancito la dissoluzione di Forza Italia, in favore di liste progressiste tendenzialmente radical chic: vedi Rosario Crocetta alla Regione e Renato Accorinti (meno chic) a Messina.
Tuttavia, i risultati politici non sembrano essere incoraggianti anche rispetto alle precedenti amministrazioni: il presunto idealismo dei nuovi amministratori si scontra con una decadente realtà. A questi eventi si aggiunge una politica nazionale che sembra aver definitivamente tagliato i ponti con l’assistenzialismo gratuito.
Inoltre, una brezza razzista accarezza pericolosamente la coscienza dei siciliani; anche a seguito dell’effetto boomerang prodotto dell’operazione Mare Nostrum, che ha dato il via a un aumento sproporzionato del flusso migratorio. La paura dei guerriglieri di Isis e del virus Ebola completano il quadro emozionaledel siciliano-medio.
A Messina, intanto, si susseguono surreali leggende metropolitane, secondo le quali gli immigrati sarebbero quotidianamente stipendiati e riforniti di sigarette e schede telefoniche dal Comune; circolava addirittura la voce che il sindaco Accorinti fosse pronto a devolvere le case popolari ai nuovi arrivati. Insomma, sembrano configurarsi tutte le componenti per far attecchire il populismo di Salvini.
Fabrizio Vinci vinci@usa.com