Nicosia---foto-Salvatore-BrLa notizia del rinvenimento a Nicosia  dell’autentico Crocefisso di fra’ Umile da Petralia  porta la firma del prof. Calogero Brunetto, noto storico dell’arte siciliana e in particolare della scultura lignea riferita all’arte sacra. L’articolo è stato pubblicato nella rivista “Archivio Nisseno” , anno IX – n.16 ,  semestre Gennaio –Giugno 2015, edita dalla Società Nissena di Storia Patria con sede a Caltanissetta. La segnalazione dell’opera perviene da Salvatore Brancati, eccellente fotografo e stimato cultore dell’arte siciliana, le cui competenze specifiche in sinergia  costante con la ricerca che accomuna il prof. Calogero Brunetto e il prof. Felice Dell’Utri ha prodotto di recente significativi risultati, nell’individuazione di alcune opere inedite di fra Innocenzo di Petralia Sottana, allievo di Umile, pubblicati nella rivista Le Muse. Il Palermitano padre Tognoletto nel “Paradiso serafico del regno di Sicilia” edito nel 1687 fa un accenno ad un crocifisso eseguito da Umile per il Convento di Santa Maria di Gesù di Nicosia. La chiesa e il Convento dei Francescani di Nicosia, dopo la soppressione del 1866, furono distrutti per fare posto ad una caserma e le opere d’arte che si conservavano andarono disperse per le varie chiese della città, tanto da perderne memoria. Infatti, il Crocifisso della Cattedrale comunemente chiamato Padre della Provvidenza veniva tradizionalmente attribuito allo scalpello di Padre Umile, tuttavia tale attribuzione non è stata confermata da documenti ed inoltre l’opera non presenta nessuna caratteristica tipica dello scultore petralese.  Nel corso del convegno “Nicosia e i suoi due Cristi” organizzato dalla Pro Loco di Nicosia, viene data notizia dal prof. Angelo Pettineo che l’autore dell’imponente statua lignea venerata con particolare devozione dai nicosiani sarebbe di Gaspare di Miceli, il noto “crocifissaro”  del XVII secolo, che ne ebbe commissione da Giovanni Gussio.  L’opera segnalata dal Tognoletto invece viene recentemente rinvenuta nella Chiesa di San Michele di Nicosia, anche se mons. Salvatore Giogo nel 1972 in “Nicosia Diocesi”, nel descrivere la chiesa non fa cenno alcuno della presenza della scultura e non si conoscono i motivi di questa omissione o dimenticanza.
L’immediata comparazione con altre opere documentate dello scultore petralese ha dato certezza agli studiosi dell’eccezionale ed inaspettata scoperta dell’opera le cui evidenti caratteristiche stilistiche ne hanno indirizzato lo studio preliminare e quindi l’attribuzione.
Particolare riferimento è stato il Crocefisso di Mojo Alcantara (ME), annoverato tra le opere più belle dell’artista e realizzato non prima del 1633; l’opera di Nicosia ricalca nei dettagli i principi guida dell’arte del mistico frate Umile che come è noto ha attinto ispirazioni dalle rivelazioni di Santa Brigida, specie per le tumefazioni e le voluminose fuoriuscite di sangue. L’opera rinvenuta – continua nell’articolo Brunetto – presenta una pesante ossidazione che ricopre la cromia, specie nel viso impregnato da olio ossidato diventato nero e da una prima ricognizione sembra che la scultura non è stata manomessa. La particolarità degli effetti speciali (tumefazioni e perfezione dell’intaglio) ne fanno un’opera singolare dalle potenti capacità espressive e comunicative.
La tradizione vuole che il Frate scultore abbia realizzato  trentatré Crocefissi ma attualmente non si conosce il numero preciso e solo una modesta parte di essi è certa e documentata mentre la rimanente gli è stata attribuita.  Infatti, la sua spiccata abilità ed esperienza gli permetteva di realizzare in loco ed in breve tempo le opere quasi tutte quelle di carattere religioso raffiguranti il Cristo“Pathiens” morto  in croce si trovano buona parte all’interno delle chiese degli ordini religiosi francescani dei frati minori di molti centri della Sicilia.  Dalla pubblicazione di La Mattina – Dell’Utri è possibile discernere le opere che hanno una preponderante peculiarità e specifica affinità con le sculture certe e documentate del frate petralese perciò a lui attribuite, anche se negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di spropositate ed incompetenti attribuzioni che non rendono merito o nulla aggiungono al valore e all’arte di frate Umile.
Recentemente, nel 2011, nella città di Tortosa in Spagna è stato scoperto un pregevole crocefisso a grandezza naturale del mistico Umile. L’opera che si venera nella chiesa  del monastero femminile della “Purissima Conception Victoria” reca incisa nella retrostante parte del perizoma la seguente iscrizione: “frate Umile da Petralia minori riformato siciliano lo fece 1635 8bre Palermo S. Antonino”.  La notizia è stata data dal noto studioso dell’artista petralese Felice Dell’Utri dichiarando che finora le sole opere firmate che si conoscevano erano il crocefisso di Bisignano, firmato e datato 1637 nella croce e il crocefisso di Polla firmato sulla scultura.