Ricevo e pubblico in versione integrale una missiva a me indirizzata da un nostro affezionato e attento lettore. Una disamina puntuale e per certi versi amara della situazione politica non solo del nostro paese. La lettera può dare fastidio, può essere condivisa, messa in discussione, fare incazzare qualcuno e gongolare qualche altro, ma è una testimonianza di libertà, di partecipazione, di preoccupazione . Non ce ne abbiamo a male quelli che si sentono tirati in ballo, non ci esprimano simpatie quelli che la condividono. Una cosa è certa, che lo scrivente non risparmia nessuno, noi stessi compresi. Perchè la responsabilità di ciò che siamo è anche , forse, solo nostra. Personalmente non posso essere daccordo fino in fondo con il nostro lettore, altrimenti noi di Canicattiweb dovremmo smettere oggi stesso di tentare di contribuire a migliorare questa nostra città, di segnalare disservizi, inconcruenze, pericoli. Caro amico mio, forse tu avrai anche ragione, ma personalmente credo che molte cose che accadono in questo mondo, sono state prima sognate da qualcuno.
Limitiamoci a prenderne atto, soffermiamoci sul fatto che la narcotica aria di cambiamento che si respira in prossimità delle elezioni, sia solo aria o forse no….chissà, “lo scopriremo solo votando”
Buona lettura
Caro Cesare,
munnu a statu e munnu è. Cosa vuoi cambiare? Ti dicevo, qualche giorno fa, che il vero limite della democrazia è la stessa democrazia. Se tu hai 100 voti ed io ne ho 150, andrò io a poggiare le natiche nello scranno del palazzo per dettare legge. Io sono un ignorante? Un incapace? Cosa vuoi che importi, la “democrazia” mi ha consentito di vincere ed io vado dove tu non potrai andare. A che serve scrivere i regolamenti, i codici d’onore e tutte le altre belle menate? La “democrazia”, unita a quella infinita “presunzione d’innocenza”, aggiusterà tutto. Persino le arroganze, persino le verginità che vogliamo ingiustamente darci o, peggio, ridarci.
Ormai gli eventi mi hanno indotto a cambiare, in positivo, un giudizio negativo che nutrivo nei confronti di chi, in Italia, è stato da taluni accusato di aver posto un freno alla democrazia. Tu pensi che io stia parlando di Mussolini? Macchè! Parlo di chi ha conferito l’incarico ad un politico di fare il presidente del Consiglio senza voler sapere cosa noi ne pensassimo. Non ci ha chiesto neppure di votarlo: l’ha messo li con buona pace di tutti. “Democrazia sospesa”, s’è scandalizzato qualcuno. Io penso, invece, che la democrazia sia sospesa e vilipesa quando, andando alle urne, la nostra mano è guidata dalle medesime convenienze, dalle medesime ignoranze, dalle medesime debolezze che spingono molti, troppi a tentare la via della politica.
Vuoi sapere qual è stata la migliore amministrazione che la nostra città ha avuto? Quella dei commissari che non sono venuti a governare la città con la legittimazione del voto “democratico”. Ce li hanno mandati d’imperio. Ed essi hanno amministrato come mai meglio siamo stati capaci di amministrare, né prima né dopo il loro arrivo. Ma queste cose non è politicamente corretto dirle perché molti (soprattutto politici di mestiere) considerano negativo quel periodo di amministrazione straordinaria.
Caro Cesare, nessuno di noi è capace di fare il proprio dovere: tutti siamo bravi a reclamare i diritti. Siamo bravi a mettere le “carte a posto”, ad usare i moduli giusti, i timbri giusti, a mettere le firme negli spazi giusti. Se, poi, è irrilevante la media dei verbali elevati per violazione al codice della strada, rapportata all’impressionante quantità di autisti indisciplinati che girano e sostano irregolarmente nella nostra città, chi mai potrà sollevare censura? Questa nostra città ci ha abituati a considerare normalità il modo selvaggio di guidare le nostre autovetture ed i nostri motocicli ed a considerare “eroi”, quasi una specie di marziani, quattro ausiliari del traffico sol perché essi hanno fatto il loro dovere nel sanzionare chi, violando il codice della strada, parcheggia irregolarmente nelle zone blu. Questi quattro odiati ausiliari del traffico, però, sono riusciti ad indurre tutti noi al rispetto delle regole. Mi chiedo: ma è così complicato che anche per le altre palesi e sistematiche violazioni del codice della strada si intervenga con pari serietà professionale? O forse sarebbe meglio “appaltare” a società private tutto il servizio relativo alla viabilità interna alla nostra città, per palese impossibilità del Comune di gestirla in modo diretto?
Ieri Canicattiweb ci ha comunicato che, dopo che tu hai rotto le scatole con martellante insistenza, il Comune ha deciso di posizionare quindici dissuasori in cemento in Via De Gasperi, davanti la “De Amicis”, a tutele dell’incolumità dei bambini di quella scuola. Scommetto una cena con te: entro tre mesi quei dissuasori saranno spostati da chi avrà personali interessi a spostarli. Faranno la fine di quasi tutti, ripeto quasi tutti i dissuasori precedentemente posizionati dal Comune in diverse vie della nostra città. Prova a chiedere quante contravvenzioni sono state elevate contro chi li ha spostati. Vuoi che io azzardi una stima? NESSUNA.
Viviamo in una terra dove l’autoreferenzialità attribuisce ruoli da statista a mezze cartucce della politica. Una terra dove spesso ci si candida a sindaco non per vincere ma per chiedere la “contropartita” al ballottaggio professando “amori” per la propria terra. Spero che un giorno possiamo tutti amare meno Canicattì ma imparare a rispettarla di più. E’ meglio riservare il nobile sentimento dell’amore alle persone a noi care.
Caro Cesare, sono profondamente rassegnato perché mi rendo conto che non potrà esservi per la nostra città un buon futuro.
Saluti