Oggi vogliamo abbandonare il nostro lato critico e vogliamo farvi conoscere il nostro lato propositivo. Abbiamo approntato un piccolo vademecum del perfetto candidato a sindaco. Dieci punti dieci che riteniamo possano essere sani suggerimenti. E’ chiaro che questo bignami presuppone lo svisceramento di ogni singolo punto, ma potrebbe essere un buon punto di partenza.
Ecco a voi come essere un buon sindaco in dieci mosse:
Punto uno : andare a leggere i bilanci degli ultimi dieci anni, per capire come sono stati spesi i soldi, e perché determinarti servizi ( disservizi) non funzionano.
Punto due: Confrontare la nostra realtà con realtà simili e similari, per bilancio disponibile, popolazione, territorio. Il confronto va fatto con realtà che hanno raggiunto obiettivi importanti in termini di virtuosità della gestione della cosa pubblica.
Punto tre: Avere le idee chiare sull’ottimizzazione delle risorse, sia umane che economiche. Se un ufficio che ha 15 unità lo si può gestire con 4 , le altre unità dirottarle su altri ambiti. Di questi casi ne abbiamo a iosa…. Insieme a ciò combattere il “fancazzismo” con azioni precise e mirate. ( punirne uno per educarne cento)
Punto quattro: ridisegnare la città, immaginarla diversa, magari affidandosi a competenze in questo settore. Immaginare la città diversa significa: viabilità, luoghi di aggregazione, impiantistica sportiva, iniziative culturali, eventi ( normali, non grandi)
Punto cinque: individuare sistemi fattibili di integrazioni delle diverse etnie e comunità straniere, magari dando un’occhiata a comuni che hanno fatto della presenza degli stranieri una risorsa, senza per questo ricorrere al caporalato.
Punto sei: essere un sindaco Low cost, calendarizzando trasferte presso comuni italiani e stranieri per interagire con loro, copiare e incollare alcune loro iniziative o intuizioni meritevoli. Con sindaco Low cost, intendo un primo cittadino che quando viaggia utilizza lo stesso criterio del buon padre di famiglia. Cose da non fare: non portarsi il codazzo (dicasi codazzo pesi morti o gente inutile portati con se solo per offrigli una gita) comprare biglietti aerei a basso costo; alloggiare in bed and breakfast; mangiare a basso costo presso trattorie o paninerie. Quello che il sindaco deve portare a casa deve valere molto di più di quello che ha speso.
Punto sette: scegliere gli assessori per competenza. Capisco le dinamiche politiche (non penserete che sono sceso adesso dall’albero) ma dovete chiedere a chi vi impone gli assessori una rosa di nominativi tra cui potere scegliere. E se tra questa rosa non ritenete esserci il profilo adatto, chiedete che ne vengano proposti altri sempre in quota a quel partito si intende. Un assessore incompetente non è solo uno stipendio mensile sprecato , pagato dal cittadino, ma è anche un danno dovuto all’inefficienza e all’incapacità di fare funzionare quel determinato settore.
Punto Otto: Individuare in ogni quartiere un ristretto numero di persone che ritenete essere valide a segnalare le inefficienze a collaborare con l’amministrazione per amore della propria città. Istituire un premio tra quartieri per la migliore gestione del territorio. La sana competizione rende tutti migliori.
Punto nove: attenzionare il terziario canicattinese, che è il vero propulsore di questa cittadina. I commercianti per intenderci. Con loro e per loro individuare strategie di comunicazione e logistiche per riportare Canicattì a essere capitale siciliana del terziario. Piuttosto che spender soldi a ciollonate e consulenze, individuare professionisti nel campo della comunicazione, agenzie importanti per rilanciare il prodotto “ città di Canicattì” . I soldi vi chiederete voi, dove li troviamo? Al sindaco che verrà eletto avrò il piacere di regalargli un’idea su come trovare le risorse per questa iniziativa.
Punto dieci: Studiate, studiate, studiate. Studiate il paese come un medico farebbe con un paziente, sviscerate tutti gli errori commessi, i problemi incancreniti, le soluzioni mai trovate. Vogliate fare il sindaco di questa città per passare alla storia piuttosto che per poggiare il culo su una sedia. Perché come diceva il saggio : “ricordati dovunque tu sia seduto, o sulla poltrona di sindaco, piuttosto che sullo scalino di un marciapiede, ricordati, sei sempre seduto sul tuo culo.”
Cesare Sciabarrà