Cari candidati, scrivo questa mia sperando di interpretare il pensiero di tantissima gente, tra cui i vostri elettori. Ho iniziato ad ascoltare le prime esternazioni e vi prego di scusarmi a priori per quello che andrò a dire. Risparmiateci i discorsi sul nulla, risparmiateci la retorica politica, risparmiateci ciclostilati politici. Questa città grida un progetto. Ecco utilizzate la parola progetto se ne avete uno. Non utilizzatela facendola seguire dalla parola “politico” . Il progetto politico è il nulla se non si parla di azioni concrete, se non si da sfoggio di conoscere le reali carenze di questa nostra città, è nulla se non si ha conoscenza delle reali potenzialità e dei punti di forza che in essa insistono.
Proporsi alla città senza una road map precisa, puntuale, dettagliata, minuziosa, certosina mi lascia presagire un futuro tutt’altro di ripresa. E allora voglio volontariamente lanciare questa mia provocazione, so di poterlo fare in nome del fatto che conosco personalmente quasi tutti i candidati alla poltrona di sindaco. A loro , ma anche a quelli che non ho il piacere di conoscere , lancio questa mia provocazione che spero possa stimolare il dibattito politico. Progettualità concreta per problemi concreti. Progettualità concreta per un cambiamento concreto. Fateci sapere come intendete risolvere il problema della viabilità, dell’ottimizzazione delle risorse umane presenti in comune, delle strutture abbandonate, della raccolta dei rifiuti, fateci sapere la vostra posizione a proposito dell’acqua, delle scuole. Poi fateci sapere anche cosa intendete fare per rilanciare il terziario canicattinese, fatto da tutti quegli imprenditori , commercianti che rischiano quotidianamente il loro danaro, che creano occupazione e che sono stati lasciati verso una deriva che ha fatto dimenticare che Canicattì è stata capitale del terziario a livello regionale. Fateci sapere come affronterete il problema della sicurezza che è un problema sentito da tutti i cittadini, fateci sapere come intendete ricolorare questa città, ridisegnarla, illuminarla. Fateci sapere come intendete interfacciarvi con altre realtà che hanno cosa insegnarci in vari settori e che hanno dimostrato concretamente risultati da emulare.
Fateci sapere i vostri criteri di scelta degli assessori che vi collaboreranno , per evitare di mettere sul libro paga gente incapace di portare valore aggiunto alla vostra azione amministrativa. Fateci sapere come intendete individuare nuove risorse finanziarie. Fateci sapere qual è il vostro concetto di qualità della vita. Fateci sapere cosa intendete fare per i giovani e che luoghi di aggregazione avete pensato per loro. Fateci sapere se avete un’idea che altri non hanno. Fateci sapere cosa vogliamo fare dell’area artigianale, del parcheggio sotterraneo, del centro sociale, delle strutture sportive inesistenti e di quelle fatiscenti. Fateci sapere con quali strumenti di comunicazione volete rilanciare il paese. Fateci sapere se vi eravate accorti anche voi, prima della vostra candidatura, del portone di palazzo Stella, dei semafori che non funzionano, dell’inferriata di via On Giglia, dell’entrata sud di Canicattì diventata una trappola per gli automobilisti, del chiosco abbandonato e distrutto alla villa comunale. Fateci sapere se vi siete accorti del brutto intorno a noi.
Mi permetto di consigliarvi per iniziare, di avere un vostro sito internet dove pubblicare le vostre intenzioni, dove la gente vi può contattare e interagire con voi, dove potete accogliere suggerimenti e feedback. Un sindaco 2.0 dovrebbe partire da lì, non ci sono più spazi per chi non comprende che la società è cambiata e chi si candida non avendo questa consapevolezza, commette un gravissimo atto di incoscienza nei confronti di una intera collettività. Non può il paese con il più importante nucleo imprenditoriale della provincia non pretendere che il primo cittadino non ne sappia una più del diavolo…. Insomma per concludere, fateci sapere.
Cesare Sciabarrà