Riceviamo e pubblichiamo:
È inutile nasconderlo, all’ASP di Agrigento ormai è guerra tra CIMO, Il Sindacato dei Medici e la Direzione aziendale. Nell’azienda sanitaria agrigentina le normali relazioni sindacali sono praticamente inesistenti, quantomeno quelle istituzionali, escludendo quindi abboccamenti personali e rapporti extra-istituzionali di singoli che non ci appartengono.
Pure in materia di Dotazione Organica, il direttore generale Ficarra si è ben guardato dall’aprire il previsto confronto con le OO.SS, che pure cita nella relativa delibera trasmessa in Assessorato. Sarà frutto dell’immaginazione, un “sogno di una notte di mezz’estate”, dal momento che quel confronto citato in delibera non è mai avvenuto. E ciò sarà ovviamente a breve rappresentato in sede di confronto con l’Assessore Gucciardi.
Ma a parte questo, i rapporti tra CIMO e ASP di Agrigento si sono inaspriti a causa del mancato riconoscimento di una precisa prerogativa sindacale, quella della designazione di un Rappresentante per la Sicurezza dei Lavoratori (RLS), così come previsto dalla vigente normativa in materia (D.Lgs (81/2008).
Ripetutamente la Segreteria Regionale CIMO ha scritto al Direttore Generale Ficarra per sollecitare quella che doveva essere una semplice presa d’atto della designazione di parte sindacale, ma che invece è sempre stata indebitamente respinta dagli Uffici Amministrativi che si sono alternati alla ricerca di giustificazioni tanto arzigogolate quanto inesatte, cercando improbabili sponde anche in altri organismi come lo SPRESAL che non ha tra i suoi compiti quello di interpretare le leggi dello Stato ma che si è inopinatamente prestato al gioco, o ancora al DASOE dell’Assessorato Regionale della Salute che ha chiesto all’ASP di relazionare in merito senza tuttavia ottenere risposta a distanza di diversi mesi.
Dopo mesi di rimpalli, la Segreteria Regionale CIMO ha reiterato nei giorni scorsi la designazione del proprio RLS, ancora per un’ultima volta, indirizzando questa volta la missiva oltre che al Direttore Generale Ficarra anche all’Assessore Gucciardi, ai Dirigenti Generali dello stesso Assessorato ed infine anche all’ANAC di Raffaele Cantone.
Si configura infatti anche una precisa inosservanza della normativa sulla Trasparenza, oltre che una violazione dello Statuto dei Lavoratori (art. 9) e della già citata normativa di riferimento (D.Lgs. 81/2008).
Difatti, il rifiuto di riconoscere il RLS designato da CIMO ha anche comportato un altro diniego, quello a fornire il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) che va consegnato proprio al Rappresentante dei lavoratori per poter verificare se l’Azienda ha messo in campo tutte le misure di sicurezza possibili e conformi alla legge.
Sembra quasi che si stia tentando di non far venire alla luce qualcosa di inconfessabile. Viene quasi da dubitare della stessa esistenza del richiesto e mai ottenuto DVR, tanto da farci nuovamente citare Shakespeare: “C’è del marcio in Danimarca?”
Il segretissimo documento, manco fosse una tela di Picasso, resta in atto al sicuro nella cassaforte del Dott, Carmelo Alaimo, Responsabile di Unità Operativa Semplice del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), un Tecnico di Radiologia messosi in aspettativa dall’ASP di Caltanissetta per andare a ricoprire circa due anni fa un ruolo dirigenziale con contratto 15 septies ad Agrigento, da poco rinnovato.
Evidentemente nell’intera Provincia Agrigentina non c’era nessun Ingegnere o tecnico del settore in possesso dei requisiti per svolgere tale incarico “fiduciario”. Incarico che comporta un impegno di spesa aggiuntivo ma che non ha tuttavia suscitato remore nella Direzione Generale ad affiancare al citato RSPP anche una Ditta esterna con ulteriore esborso a carico del bilancio aziendale. Ma questo è un altro aspetto di questa intricata vicenda, i cui sviluppi sono ancora in fase di valutazione.
Non si comprende quindi il perché dei ripetuti dinieghi forniti dall’ASP di Agrigento in materia di Sicurezza sul Lavoro e i motivi di tanta segretezza, in una vicenda che sta assumendo i contorni del giallo e sulla quale pur di fare luce, nell’interesse dei lavoratori che CIMO rappresenta, pendono palesi irregolarità e inaccettabili violazioni di prerogative sindacali, a tutela delle quali la Segreteria Regionale CIMO si è vista adesso costretta ad affidare apposito incarico al proprio legale di fiducia e ad adire le vie legali.
La Segreteria Regionale CIMO