Riceviamo e pubblichiamo in versione integrale un pezzo contenente delle riflessioni politiche ch eriteniamo possano essere interessanti e possono comunque aprire un dibattito e delle riflessioni. Come siamo soliti dire noi in questi casi, qualora si volesse replicare la nostra testata mette a disposizione lo spazio necessario.
Ecco il grillismo dal “volto umano” che fa scendere il Movimento dalla nuvoletta del sovrannaturale su cui, adornato dall’aureola dei santi, si era comodamente ed asceticamente adagiato a guardare tutti gli altri dall’alto.
Lungo le impervie trazzere sicule, tanto care ai grillini, non bastavano le firme false per presentare la lista, le vicende giudiziarie del sindaco di Bagheria, la ineseguita sentenza del Tribunale di Palermo che sospendeva la candidatura di Cancelleri alla presidenza della regione, la discutibile candidatura di un parente di un presunto mafioso. Ci mancavano ora i guai giudiziari del “quasi onorevole” grillino di Agrigento per peggiorare l’autoritratto di un partito che i militanti ci avevano descritto come un’armata di eroi senza macchia e senza paura. E, per dar forza alla enfatizzata nitidezza del loro autoritratto, i grillini avevano puntato l’impietoso indice accusatorio su un mondo politico, ad essi estraneo ed avverso, inquinato da individui che erano e sono “impresentabili”. Lo sapevamo bene, purtroppo, anche senza il pur opportuno richiamo dei grillini.
È evidente che i fatti contestati al candidato grillino di Agrigento (se confermati dalle sentenze, senza interventi prescrizionali) sarebbero stati commessi al di fuori della politica. Ed è altrettanto evidente che il provvedimento prudenziale della sospensione dal movimento grillino del candidato arrestato è coerente con quel che i grillini vanno dicendo circa l’impresentabilita’ di taluni personaggi che, ahimè, sono stati accolti cinicamente in alcune liste alle recenti elezioni.
Ma è pure vero che il Movimento in argomento soffre di presbiopia, quella patologia che impedisce di vedere bene da vicino.
Il vero male dei grillini non credo sia quello di rischiare di ritrovarsi tra le proprie fila qualche spregiudicato o qualche coglione. Il loro guaio è la supponenza che viene diffusamente manifestata, spesso con esagitazione e aggressività, per occultare le proprie incapacità a formulare programmi credibili e per minimizzare le carenze culturali di taluni propri rappresentanti. Sul banco degli imputati vi sono i sistemi selettivi per la scelta dei propri candidati. Sistemi che funzionano bene nelle società evolute, ma funzionano male dove ancora non si è in possesso di buone capacità valutative.
I grillini, ormai scesi dalla nuvoletta sovrannaturale, debbono comprendere che essi in Sicilia, al di là dell’enfatizzazione del risultato elettorale, hanno avuto un successo zoppo perché non sono hanno avuto credibilità all’interno di quell’esercito di circa due milioni e mezzo di elettori che, non andando a votare e con silenziosa rabbia d’intensità superiore a quella dei grillini stessi, hanno continuato a protestare (in numero superiore, seppur di poco, a quello delle elezioni regionali del 2012) contro le sozzure del mondo politico.
Il movimento pentastellato ha bisogno al proprio interno di maggior democrazia e, così come ne hanno bisogno gli altri partiti, ha bisogno di miglior qualità dei propri rappresentanti visto che molti militanti di ottima qualità (a Canicattì ne conosco alcuni) vengono immotivatamente tenuti ben conservati sotto la naftalina. Altrimenti, imploderà come tutti i movimenti che fondano i propri programmi sulla protesta e sulla demagogia, sfuggendo alla capacità di saper disegnare il futuro.
Anche certi tentativi desueti ed antidemocratici di coltivare l’idea del “partito unico” non funzionano in una società democratica protesa al miglioramento socio-economico dei cittadini attraverso il concorso di più idee condivise dal maggior numero possibile di persone.
Un lettore di Canicattiweb