Hanno preso il via gli attesi lavori, voluti dal governo Musumeci, per la realizzazione del grande progetto del Museo dei relitti greci a Gela. L’area individuata è quella di Bosco Littorio, dove sono già presenti gli uffici periferici della Soprintendenza dei Beni culturali di Caltanissetta.
Il nuovo museo sarà la sede espositiva permanente della nave arcaica gelese, la più antica mai rinvenuta, che oggi è pronta per essere fruita dal pubblico all’interno di una grande mostra che sarà allestita proprio a Gela nei prossimi mesi.
“Stiamo mantenendo l’impegno assunto con i gelesi lo scorso anno, dopo la definizione del lungo contenzioso che ha bloccato per troppo tempo l’avvio del progetto esecutivo e della apertura del cantiere – sottolinea il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – Bisogna far presto adesso, e il compito che abbiamo affidato alla Soprintendenza è proprio quello di vigilare affinché siano rispettati i tempi. Gela potrà così inaugurare una nuova stagione economica che punti anche sul turismo culturale”.
“L’avvio dei lavori per il grande progetto di realizzazione del museo – aggiunge l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – rappresenta il punto di partenza per la rinascita dell’offerta archeologica di Gela”.
I lavori, appaltati per 2,9 milioni di euro e in corso d’opera, sono realizzati dall’associazione temporanea d’imprese che ha come capofila la Euroinfrastrutture srl di Santa Venerina (Ct).
La nave arcaica gelese, un po’ di storia
Databile tra il VI e il V secolo a.C., rinvenuta nel 1988 nel mare di Contrada Bulala, al largo di Gela, a cinque metri di profondità. La nave non si presenta integra. Le parti recuperate raggiungono una lunghezza massima di 17 metri e una larghezza massima di 4,30. Non è stata mai individuata la porzione mancante della chiglia.
Sono arrivati fino a noi la ruota di poppa, il paramezzale e i madieri. Del carico rinvenuto nei fondali di Gela, fanno parte anche un cesto di vimini, un tripode in bronzo e i lingotti in oricalco, la lega metallica leggendaria e preziosa di cui narra Platone nel racconto del mito di Atlantide. Anch’essi presenti in mostra.
Le operazioni di recupero di quello che scientificamente è denominato “Relitto Gela I”, sono iniziate nel 2003 e sono state particolarmente complesse, anche a causa della fragilità degli elementi e della lunga permanenza in acqua, e si sono concluse nel 2008, quando tutti i materiali rinvenuti sono stati inviati per il restauro al Mary Rose Archaeological Service di Portsmouth.
Una prima campagna di scavi, condotta dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta poco dopo l’eccezionale ritrovamento, consentì l’esatta localizzazione del relitto greco arcaico e permise di stabilirne la reale consistenza, dando il via ad una serie di studi scientifici.
Le specie legnose utilizzate nella costruzione dell’imbarcazione appartengono in gran parte alle conifere e alle latifoglie, il fasciame è realizzato prevalentemente con una specie arborea diffusa in tutte le regioni del Mediterraneo dalla quale si ricava legno abbastanza leggero e di facile lavorazione, la ruota di poppa e la chiglia sono state costruite con legno di quercia, come anche alcuni madieri.