Nel bellissimo “Centro storico Borgalino” di Canicattì, in occasione della festa religiosa del: “Lu Tri di Maiu”, i docenti e le famiglie della Scuola F. Crispi, diretta dal dirigente prof.re Ivan Cappucci, in collaborazione con il comitato devoti del S.S. Crocifisso e dalla gente del quartiere, hanno realizzato una monumentale installazione della “Santa Croce” con centinaia di piastrelle realizzate all’uncinetto e posta ai piedi del Santuario. Una vera e propria opera d’arte della condivisione e del lavoro di squadra. A patrocinare l’iniziativa oltre, all’amministrazione comunale capeggiata dal sindaco di Canicattì avv. Ettore di Ventura, anche il sindaco del comune di Trivento, Dr. Corallo Pasquale. Ne è nato un gemellaggio tra le due città. L’iniziativa, infatti, è stata seguita, con straordinaria partecipazione emotiva dall’associazione: “Un Filo che Unisce” con sede nella storica cittadina del Trivento, nella regione Molise.

La prof.ssa Ausilia A. Corsello nella qualità di coordinatrice dell’Osservatorio dispersione scolastica si congratula con il dirigente Ivan Cappucci per aver creduto in questa bellissima iniziativa e averla portata avanti nonostante tutte le difficoltà ed impedimenti connessi alla pandemia. Bisogna riconoscere che il grande valore sociale dell’iniziativa, dichiara la coordinatrice dell’osservatorio, prof.ssa Maria Ausilia Corsello, è stato sicuramente la creazione di nuovi legami sociali e il mantenimento di una così grande rete sociale, nel rispetto delle restrizioni imposte per fronteggiare l’emergenza epidemiologica sanitaria da covid-19.

Nel pieno della pandemia, infatti, dove è vietato incontrarsi o creare “assembramenti” i docenti della scuola Crispi – riferisce l’ins. Maria Stella Marchese Ragona – hanno invece mantenuto e coordinato, con l’associazione di Trivento in Molise, un gruppo numeroso di mamme, nonne e zie del quartiere tenendole sempre in contatto attraverso messaggi, videochiamate, lunghe telefonate, di giorno e di notte e, attraverso, “un semplice filo di lana” riuscendo cosi a fare rete nonostante le distanze. Il tutto gratuito, autofinanziato e riciclato. Dalla manodopera al reperimento della lana, ricavata dalle stesse donne da vecchi maglioni, sciarpette o copertine antiche. Una vera officina dell’artigianato che teneva impegnate le mamme, mentre i figli le guardavano orgogliosi e incantati per il lavoro realizzato.

La promozione di laboratori sociali come questi, dichiara l’O.P.T.  dell’osservatorio dott.ssa Carmela Matteliano, rappresenta sicuramente per i partecipanti uno spazio di grande socializzazione e d’empowerment psico-pedagogico. Non dimentichiamo che: “Si educa con l’esempio” e le mamme protagoniste attraverso il loro lavoro, fatto con le loro laboriose mani, con tenacia e costanza, hanno trasmesso ai loro figli importanti valori e, soprattutto, che ci vuole tanto amore e determinazione nel portare a termine un impegno preso. Ciascuna ha realizzato i propri lavori e, al tempo stesso, si è posta in relazione con le altre, dando corpo a una forte rete di collaborazione. Ecco perché, si potrebbe affermare che, il progetto s’inserisce, a pieno titolo, anche nell’ambito delle azioni di contrasto al fenomeno della dispersione scolastica.

Spesso, infatti, la dispersione scolastica è legata a fattori che non sono connessi in modo diretto con le attività scolastiche, ma hanno a che vedere con il senso di sfiducia e di abbandono che alcuni contesti trasferiscono ai singoli individui. Compito della scuola, dei docenti, del territorio è stato quindi, quello di aver creato le condizioni tali da favorire il coinvolgimento diretto dei genitori degli alunni, non solo nei riguardi del loro ruolo genitoriale, quanto, piuttosto, nella loro qualità di donne e uomini; del loro “mettersi in gioco”, valorizzando e potenziando le loro abilità e capacità, stimolando tanto il genitore quanto i bambini a provare piacere nel fare e ripetere le esperienze e sperimentare la loro creatività. Nel contesto della pandemia, continua la prof.ssa Corsello, ovviamente, si è stati più preoccupati da un lato a sopperire alla situazione socio-economica della famiglia, dall’altro a quello dell’istruzione dei bambini. Ma, sappiamo tutti che, le mamme di figli minori hanno subito più dei padri l’impatto della chiusura dei servizi educativi, delle scuole e della compresenza di tutti i componenti della famiglia 24 ore su 24, che ha fatto sicuramente aumentare il carico di lavoro familiare, alle prese con più figli, di seguirli quotidianamente anche nei compiti e, spesso, in combinazione con il lavoro a distanza. Pertanto, l’essere riusciti a mantenere unito un gruppo di donne/mamme, a coltivare in loro un interesse comune, ad aumentare il loro senso di autostima, a distrarle dallo stress, dalla stanchezza, a reagire alle avversità e a condividere un obiettivo sociale gratuito, è stato il successo di questa straordinaria iniziativa di così importante valore e funzione sociale. A volte basta guardarsi intorno e sforzarsi di coordinare, ampliare e valorizzare esperienze di lavoro che già esistono e funzionano. Ci auguriamo pertanto, che, una buona pratica come questa sia possibile fonte d’ispirazione per altre istituzioni scolastiche e replicabile in altri territori.

 

 

 

Coordinatrice dell’Osservatorio

locale dispersione scolastica di Canicatti

Prof.ssa Maria Ausilia A. Corsello