Tante le donne che in questi anni si sono rivolte al Centro, donne che hanno trovato operatrici immediatamente pronte ad ascoltarle, supportarle e aiutarle a ricostruire “la loro nuova vita”. Donne che hanno avuto il coraggio di chiamare e denunciare, donne con una propria identità e una propria dignità spesso calpestata dalla persona che hanno scelto come compagno di vita e padre dei loro figli.

Fondamentale è stata in questi anni la collaborazione tra il Centro Telefono Aiuto, l’Asp Agrigento e le Forze dell’Ordine, cresciuta attraverso i momenti formativi che hanno permesso lo scambio di prassi operative nella consapevolezza che la violenza sulle donne è un fenomeno difficile da contrastare, perché si annida negli interstizi della società, spesso sfuggenti e insospettabili, manifestandosi per lo più silenziosamente nella vita quotidiana, riuscendo a rappresentarsi spesso come un evento “accidentale” persino nella percezione delle vittime stesse.

“Nel 2003 parlare di violenza in famiglia ad Agrigento, sottolinea la responsabile del Centro, la Sociologa Antonella Gallo Carrabba, era quasi un tabù; era come se si volesse entrare prepotentemente nell’intimità della famiglia. Per questa ragione il servizio nasce originariamente come Centro di ascolto telefonico. Da allora tante cose sono cambiate e le donne vittime di violenza chiamano alla ricerca di un incontro con quella voce al telefono che è stata in grado di offrire prontamente supporto e conforto. Queste donne oggi non hanno più paura a mostrare il loro dolore, QUEL DOLORE INVISIBILE, continua la responsabile, e quando chiamano chiedono subito un appuntamento, chiedono di essere ascoltate e tutelate psicologicamente e legalmente; hanno imparato a guardare negli occhi mentre parlano, hanno deciso di fidarsi di sè stesse e di quello che sono, affidandosi alle operatrici del centro Antiviolenza e della rete di Servizi che gratuitamente il Centro fornisce loro.Un forte aumento delle telefonate e delle donne che si sono rivolte alla linea di ascolto è strettamente connesso alla pandemia e alla fine dei periodi di lockdown. Un aumento che non deve affatto sorprendere. La fine dell’isolamento domestico ha comportato un allentamento dell’enorme controllo e pressione a cui erano sottoposte le donne. In molte hanno detto che ci chiamavano perché non volevano più vivere i maltrattamenti, gli abusi che avevano vissuto durante il lockdown. Ciò che avevano subito in quei mesi era stato terribile. Così, non più costrette a casa, più libere di muoversi e pensare, hanno trovato la forza di chiamarci. Avere consapevolezza della violenza a cui si è sottoposte è il primo passo per uscirne”.

In questi anni la maggiore richiesta di aiuto è pervenuta da parte di donne di età compresa tra 30 e 40 anni, ma negli ultimi anni sono aumentate le richieste di ascolto e di aiuto da parte di ragazze adolescenti. L’attività di prevenzione e sensibilizzazione portata avanti in questi anni nelle scuole, attraverso momenti di confronto con allievi e docenti, proseguita anche durante le fasi di emergenza pandemica attraverso iniziative realizzate online, ha permesso la presa di coscienza da parte delle nuove generazioni su questo fenomeno imparando cosi a riconoscere la violenza non solo come violenza fisica ma anche e soprattutto come violenza psicologica, poichè questa tipologia di violenza spesso non viene riconosciuta rientrando per molti nella “normalità” dei rapporti. Tra le attività di sensibilizzazione promosse dal Centro nelle scuole della provincia rientra il concorso sul tema della non violenza il Premio Damarete in collaborazione con l’A.S.P. 1 di Agrigento, Servizio Aziendale di Sociologia, Osservatorio Permanente sulle Famiglie, con il patrocinio dell’Ufficio scolastico.

Il concorso “Da 2500 anni contro la violenza”, nasce con l’intento di riconoscere e gratificare coloro che si distinguono particolarmente, per impegno e sensibilità, nel costruire una cultura che grida No alla violenza.

La partecipazione delle scuole agrigentine a questa iniziativa costituisce un’occasione propizia per contribuire alla diffusione di una sensibilità non violenta tra le giovani generazioni

Numerosi sono i servizi che il Centro “Telefono Aiuto” offre gratuitamente alle vittime di violenza intrafamiliare e stalking: ascolto telefonico, colloqui d’accoglienza, consulenza sociale, psicologica e legale, invio protetto presso i servizi del territorio e accompagnamento nelle fasi della denuncia.

Il Centro fa parte della Rete Nazionale Antiviolenza ed è stato il primo della provincia di Agrigento ad essere accreditato dal Ministero per le Pari Opportunità in riferimento al numero di pubblica utilità nazionale 1522. Oltre 9500 le chiamate arrivate e circa 2600 i casi trattati che hanno visto coinvolte le donne.

La responsabile del Centro lancia un appello alle donne e a quante subiscono violenza di ogni genere “Trovate il coraggio e la forza per intraprendere un percorso di denuncia ai primi segni di violenza subita; uscite dal silenzio e non accettate mai la violenza, in nessun caso e in nessuna forma, pretendendo un rapporto di coppia sano, basato sul rispetto reciproco, sul diritto all’amore, sulla comprensione e sulla collaborazione. Accettare disparità e maltrattamenti – sottovalutando la violenza o perdonandola – è pericolosissimo: l’escalation dei comportamenti aggressivi è imprevedibile e può avere esiti tragici. Anche se è difficile, trovate il coraggio di chiedere aiuto e denunciare. Noi ci siamo!”

Per accedere ai servizi gratuiti del centro Antiviolenza Telefono Aiuto basta chiamare i numeri 0922.22922 e 351.2712588; sui social Facebook pagina Centro Antiviolenza e Antistalking Telefono Aiuto e IstagramAntiviolenza Telefono_Aiuto. www.vivereilsociale.it