Comune di Canicattì: E’ arrivata stamani la nota dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Sezione per i Beni Architettonici e Storico-Artistici, prot. 14226 del 18 novembre 2021, con la quale viene comunicato al Sindaco di Canicattì la mancata autorizzazione alle opere progettate per l’ampliamento dello stadio “Carlotta Bordonaro”. L’Assessorato ha di fatto ribadito i motivi ostativi ritenendo “irrilevanti” le osservazioni trasmesse dall’Ufficio Tecnico Comunale in data 4 novembre u.s.
“E questo è quanto….” Si direbbe in questi casi. Detesto dire “ io ve lo avevo detto”. Ma questa volta mi tocca dirlo. Quando feci riferimento alla necessità di una conferenza di servizi assolutamente necessaria in un caso come quello delle modifiche allo stadio o meglio alla villa per allargare lo stadio, intendevo questo. La conferenza di servizi , per chi non lo sapesse ( citiamo testualmente) è quello strumento volto a semplificare l’azione della pubblica amministrazione attraverso l’esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo e una disciplina speciale per alcuni procedimenti di particolare complessità (art. … 14 bis).
In questo caso la Soprintendenza e l’Assessorato dei Beni Culturali avrebbero sollevato i motivi ostativi e ci saremmo risparmiati oltre che la delusione da parte dei tifosi, anche lo sperperio di danaro pubblico. Perché questa operazione è costata soldini alle casse del nostro comune. Forza lavoro di un ufficio tecnico già asfittico impegnato a disegnare i sogni che non si potevano realizzare, una gara d’appalto già vinta da una ditta che probabilmente chiederà il ristoro per le spese affrontate se non addirittura anche altro.. un consiglio comunale dedicato etc etc .Ma noi non abbiamo le competenze per quantificare i danni economici che tale operazione ha procurato alla casse del nostro già claudicante Comune.
E adesso chi paga? Paga pantalone? Magari mettiamo anche questi tra i debiti fuori bilancio? Ci auguriamo che su questa vicenda si faccia chiarezza perché il danaro pubblico è una cosa seria.