Inizio con una premessa: questo articolo è dedicato all’ignoranza cioè a chi per suo limite personale ignora, non conosce. Andiamo per gradi. Leggo da utente social alcuni commenti di questo tipo “ c’è qualcuno che prega per il dissesto” .
Vuoi vedere che invece che della Corte dei Conti dovremmo preoccuparci del Vaticano.
Una frase del genere può essere solo scritta o pronunciata da due categorie di persone: un analfabeta, cioè uno impedito nella lettura e nella scrittura o un mono neurone ( si legga la dicitura in chiave ironica ), le cui sinapsi sono limitate a ragionamenti semplici che non abbiano un costrutto. Detto questo oggi, come atto di compassione e di benevolenza a chi rimane indietro, proviamo a spiegare che nessuna iniziativa liturgica di preghiera e di fede ha il potere di sostituirsi ai numeri di cui consta un dissesto.
Per fare questo ci serviremo delle dichiarazioni di chi è deputato a sciorinare i numeri, denunciare lo stato dell’arte e quindi dichiarare la situazione economico finanziaria dell’Ente. Capisco fin da adesso che il neurone , l’unico di cui è in possesso chi asserisce che il dissesto si dichiara a fronte di preghiere, potrebbe entrare in crisi, ma proveremo a farlo pian pianino affinché egli ( il neurone e il suo possessore) possa comprendere.
La posizione organizzativa n° 3 servizi finanziari del comune ( non Don Matteo ) con una nota tanto precisa quanto puntuale e ben descritta recita così: in relazione ai dati sinora comunicati ( non le preghiere) lo squilibrio finanziario non si ritiene superabile anche avvalendosi della possibilità dell’art 243 bis del D. lgs 267/2000 di rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario. Alla luce di quanto sopra espresso e dai dati ad oggi rilevati appare concreta la fase di auto accertamento dello stato di dissesto.
Spero sia chiaro anche a chi intriso di ignoranza, che il dissesto non è frutto di preghiere ma del dissennato utilizzo di danaro fatto nel corso degli ultimi quindici anni, da parte di chi lo stesso ignorante ( cioè che ignora) prova a difendere. Tecnicamente si chiamerebbe “sindrome di Stoccolma”, ma evitiamo di approfondire per evitare che il mono neurone possa pensare che noi ce l’abbiamo anche con la Capitale svedese.
Per taluni è inconcepibile che a fronte di studio e approfondimento di possa prevedere ciò che accadrà. Noi lo avevamo da tempo previsto , ma non perché abbiamo capacità veggenti, ma come un ingegnere riesce a prevedere una frana o un meteorologo l’arrivo di un temporale, senza che questi preghino affinché accada, noi abbiamo letto le carte, abbiamo denunciato nel corso degli anni l’utilizzo del danaro pubblico in maniera diciamo abbastanza disinvolta o creativa se preferite e oggi a detta di chi è tenuto a tirare le somme , abbiamo un buco di oltre 30 milioni di euro.
La domanda è: ma questi danari sono stati persi a seguito di un investimento sbagliato? Magari si è fatto un investimento immobiliare quando poi il mercato è crollato, o si è investito in borsa su titoli che poi sono crollati? Nulla di tutto questo. Nessun investimento . Utilizziamo un termine semplice comprensibile anche a colui che addebita alla preghiera il motivo del crack finanziario del Comune di Canicattì : sciupio, lo sciupio a cui i consiglieri Sciabarrà, Marchese Ragona, Lalicata, Cilia e Ficarra hanno fatto cenno ( solo cenno perché vi è tanta altra roba) nella lettera aperta di qualche giorno fa.
Cosa ci si aspetta adesso che accada? Quello che accade ad un’azienda che dichiara fallimento, ciò che succede a una famiglia con l’ufficiale giudiziario al citofono, o al commerciante a cui le banche chiedono di rientrare dai mutui. Molti a questo punto si staranno chiedendo cosa fare. Non ci crederete . Non ci rimane che pregare. Perché se con la preghiera siamo riusciti a creare il dissesto, vuoi vedere che lo risolviamo