La Corte di Appello di Messina, ha riconosciuto che il messinese Antonino Ruello, ufficiale e poi direttore di macchina su traghetti e sulle unità navali delle FS per il trasporto passeggeri e merci che hanno fatto la spola tra Reggio Calabria e Messina, è stato esposto ad amianto per 31 anni senza prevenzione e protezione, e ha subito la malattia professionale del tumore uroteliale e alla vescica.

Antonino, una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, fu colpito da questi due tumori nel 2007 all’età di 63 anni, ed è poi morto nel 2017 a 73 anni dopo aver contratto anche il tumore del colon, lasciando moglie e due figlie, Carmen e Raffaella. In primo grado le sue richieste erano state rigettate e, pertanto, i familiari si sono rivolti all’Avv. Ezio Bonanni e all’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS, che hanno impugnato la sentenza del Tribunale di Messina.

La Corte di Appello di Messina ha disposto un nuovo accertamento medico legale che ha dimostrato come le fibre di amianto e gli altri cancerogeni presenti nelle navi delle Ferrovie dello Stato hanno provocato il tumore uroteliale e quello alla vescica, ed è per questo che è stato riconosciuto il diritto alla rendita e i ratei dal 2007 al 2017 (circa 60.000 euro) a carico dell’INAIL, cui si sono aggiunti anche i risarcimenti a carico di RFI, per l’importo di 41mila euro. Ora la causa proseguirà per il riconoscimento del tumore del colon alla base della morte del ferroviere, sempre per l’esposizione alla fibra killer.