Il vicequestore aggiunto Giovanni Minardi lascia Agrigento a distanza di nove anni dal suo insediamento alla guida della Squadra Mobile. Il dirigente, originario di Gela ma ormai agrigentino di adozione, incontrerà la stampa sabato mattina per un saluto di commiato nella sala San Michele della Questura. Il vicequestore è stato trasferito ad altro incarico e probabilmente tornerà nella sua Gela. Ancora da sciogliere il nodo legato al nuovo capo della Squadra mobile di Agrigento che comunque sarà individuato nei prossimi giorni. Minardi, con un passato da ispettore al commissariato della sua città, era arrivato in provincia di Agrigento nel 2013 assumendo la guida del commissariato di Licata. Dopo nove mesi arrivò la nomina a capo della Squadra mobile di Agrigento.
Un’eredità “pesante” quella che lascia Minardi: indubbie capacità investigative e direttive ma, soprattutto, qualità umane. Un decennio che ha segnato inevitabilmente un pezzo di storia della provincia di Agrigento. Tante le attività che portano il sigillo del vicequestore Minardi. Sul fronte immigrazione il suo ufficio non è mai stato così impegnato come negli ultimi anni: sbarchi, scafisti, torturatori. Importanti i colpi inflitti alla criminalità organizzata: dall’operazione Icaro, contro la riorganizzazione della famiglia mafiosa di Agrigento, all’arresto del boss Leo Sutera, al tempo capo indiscusso dell’intera mafia agrigentina, passando per l’operazione Mosaico, l’indagine che ha fatto luce su una lunga scia di sangue tra Favara e il Belgio caratterizzata da omicidi e agguati mancati.
Un attacco frontale è stato condotto al traffico di stupefacenti: le maxi operazioni Hybris e Fish&Drug con l’azzeramento di imponenti piazze di spaccio prima a Licata e poi Porto Empedocle e il più grande sequestro di cocaina mai avvenuto in provincia di Agrigento quando, proprio la Squadra mobile, arrestò un corriere della droga con ben 30 chili di polvere bianca in auto. Attenzione massima è stata dedicata alla tipologia di reati che spesso non vengono denunciati: usura ed estorsioni. Le ultime, in ordine di tempo, quelle avanzate a tre imprenditori empedoclini che hanno trovato conforto e risposte immediate negli agenti della Squadra mobile. Infine, non sono mancati i “cold case” e le vicende che più hanno scosso la comunità agrigentina: l’omicidio dell’impiegato comunale di Raffadali Pasquale Mangione, risolto a distanza di 9 anni dal delitto, e la svolta nelle indagini sulla scomparsa di Gessica Lattuca, con le indagini per omicidio a carico del fratello (poi deceduto).