Il Distretto del cibo Bio slow Pane e olio è il primo biodistretto siciliano riconosciuto dalla Regione Siciliana e dal ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare. La decisione è arrivata dopo la richiesta presentata dall’assessorato siciliano dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, riconoscendo al distretto “Bio Slow” l’impegno in un percorso che parte da lontano.

Il distretto biologico, con sede a Favara, raccoglie imprenditori agricoltori, associazioni di produttori, enti di ricerca pubblici e privati e più di 20 enti locali che hanno in comune la gestione sostenibile delle risorse ambientali grazie a produzioni biologiche e al rispetto del territorio.

«Siamo soddisfatti del risultato raggiunto – commenta il presidente del biodistretto Salvatore Ciulla – da anni lavoriamo per l’agricoltura biologica e un modello di crescita sostenibile che metta al centro il territorio, le risorse e le peculiarità della nostra terra. Questo riconoscimento ci rende orgogliosi e premia il nostro impegno e quello delle comunità coinvolte in questo progetto che continua ad espandersi e che vuole crescere ancora. Voglio ringraziare l’assessorato all’Agricoltura e l’assessore regionale per la sensibilità sulle tematiche legate all’Agricoltura biologica e l’impegno messo per raggiungere questo obiettivo oltre al dirigente generale Dario Cartabellotta per il lavoro che ha portato a questo riconoscimento».

Con la nascita del Bio-Distretto sono messe in rete le risorse naturali, culturali e produttive di un territorio con l’obiettivo di valorizzare quelle politiche locali che sono orientate alla salvaguardia dell’ambiente, alla valorizzazione delle tradizioni e dei saperi locali e a uno sviluppo che abbia al centro la salute dei cittadini e la coesione sociale. La spinta propulsiva alla costituzione del Bio-Distretto proviene in primo luogo dagli agricoltori biologici che ricercano mercati locali in grado di apprezzare le loro produzioni, dai cittadini, sempre più interessati alla qualità dei prodotti agricoli e un’ambiente non inquinato, e da tutti quegli operatori economici che possono trarre opportunità e vantaggi da una valorizzazione delle risorse naturali, storiche e culturali del territorio.