Si è aperto il processo scaturito dal maxi sequestro di ben cinque tonnellate di cocaina effettuato lo scorso anno al largo di Porto Empedocle. Si tratta del più grande sequestro di cocaina mai avvenuto in Italia. Sul banco degli imputati siedono i membri dell’equipaggio della motonave “Plutus” e del peschereccio “Ferdinando d’Aragona”. Si tratta di quindici persone accusate di associazione a delinquere finalizzata al trasporto, commercio, cessione e detenzione di sostanze stupefacenti aggravata dalla transnazionalità e dall’ingente quantità. Altri cinque imputati, invece, hanno scelto la via del rito abbreviato. Il collegio difensivo è composto – tra gli altri – dagli avvocati Leonardo Marino, Giancarlo Liberati, Alessia Dzedzinska e Maria Paola Polizzi.
In aula, davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato, è comparso il primo testimone dell’accusa. Si tratta del maggiore Alessandro Bongiorno, in servizio al Nucleo Polizia Economica Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo. L’ufficiale delle fiamme gialle ha raccontato in particolare i passaggi della perquisizione effettuata sul peschereccio “Ferdinando d’Aragona”. In aula è stato mostrato anche un video dell’abbordaggio del natante. L’escussione del maggiore proseguirà il prossimo 19 settembre, data in cui verranno sentiti altri operanti di polizia giudiziaria.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Federica La Chioma, non soltanto ha permesso di sequestrare cinque tonnellate di cocaina ma ha fatto anche luce su un articolato gruppo di trafficanti. Le indagini nascono dal ritrovamento di 56 chili di hashish nella disponibilità di due pregiudicati palermitani. L’attività investigativa ha così permesso di ricostruire i movimenti telefonici effettuati esclusivamente da utenze criptate olandesi. Si è così delineata, con il proseguo delle indagini, una ben radicata organizzazione criminale dedita al narcotraffico operativa tra la Sicilia e la Calabria. Il blitz scatta la notte del 19 luglio 2023. Gli investigatori tengono d’occhio la motonave Plutus, battente bandiera di Palau, piccolo arcipelago vicino le Filippine. L’imbarcazione effettua movimenti anomali, cambi di rotta, non comunica gli spostamenti alle autorità. Ed è proprio in quel momento che entra in scena il peschereccio “Ferdinando d’Aragona” che, a circa quaranta miglia dalle coste italiane, recupera una serie di pacchi gettati in mare. La Guardia di Finanza entra in azione e blocca il peschereccio, portandolo nel porto più vicino: Porto Empedocle. Vengono così rinvenuti ben 187 colli contenenti 24 panetti ciascuno: sono 5,3 tonnellate di cocaina. La nave Plutus, che aveva tentato una fuga, verrà bloccata in seguito e portata nel porto di Termini Imerese.